Cronaca / Lecco città
Martedì 17 Gennaio 2017
Lecco. «Imprese e scuola
Non sempre progetti utili ai ragazzi»
Cortiana (Confartigianato). «Non basta prendere i ragazzi e trovare un’azienda per gli stage, va concordato e definito l’obiettivo da raggiungere»
Confartigianato Lecco entra nella discussione che sul tema di una formazione scolastica che risponda alle esigenze delle imprese meccaniche locali, in difficoltà nel trovare operai e tecnici specializzati.
Nel dibattito avviato dal coordinatore del distretto metalmeccanico, Andrea Beri, si discute anche dell’efficacia delle iniziative di alternanza scuola-lavoro, oltre che della volontà del ragazzi ad adattarsi a tempi e ritmi richiesti dalla produzione aziendale.
A parlarne è Walter Cortiana, presidente del Gruppo scuola dell’associazione, che ci dice di voler prendere spunto da quanto pubblicato dalla Provincia e anche dalla testimonianza di un giovane stagista che aveva dichiarato il disappunto per come lui e i suoi compagni si sentissero poco seguiti dalla scuola in tale esperienza.
«Da parte sindacale - afferma Cortiana - sentiamo dire che le aziende si rubano l’un l’altra i tecnici. Ma non sappiamo se ciò accada perché Lecco ha pochi tecnici oppure se le aziende se li ruberebbero anche in presenza di una grande offerta di specializzati. Resta il fatto che se da un lato il segretario della Cgil, Wolfango Pirelli, dichiara che i lavoratori hanno diritto a cercare i posti migliori, anche le aziende hanno diritto a scegliersi i migliori».
Sul futuro economico del Lecchese Cortiana non ha dubbi: non può che restare a vocazione metalmeccanica, perciò ingegneri e periti continueranno ad avere sbocchi lavorativi maggiori. Ma la crisi ha colpito ovunque e trovare lavoro oggi è più difficile per tutti. «Certo - afferma Cortiana - a nessun giovane oggi possiamo dire che formandosi come tornitore troverà certamente lavoro, visto che la situazione generale non garantisce più nulla a nessuno, imprese comprese. Ma ricordo che il primo passo per un corretto orientamento ricade sulla responsabilità delle famiglie, che più di altri possono mettere a fuoco e predisposizioni dei figli. Perciò - aggiunge - non darei giudizi sulla voglia o meno di lavorare dei giovani, visto che è una cosa che attiene alla base educativa famigliare».
Cortiana ricorda che l’altro punto non secondario è non allestire progetti di alternanza che rispondano solo a un adempimento che la legge rende obbligatorio per le scuola. «Non basta - aggiunge - prendere i ragazzi e trovare un’impresa per gli stage. Questo a noi non interessa. Ci siamo imbattuti in progetti di alternanza dove la scuola non ha nemmeno indicato un obiettivo, salvo poi magari dire che le sono le aziende che non ascoltano le scuole. Noi - continua Cortiana - accogliamo solo idee e obiettivi chiari e solo a quel punto ci attiviamo a trovare le aziende disponibili ad accogliere i ragazzi».
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