Cronaca / Lecco città
Lunedì 15 Novembre 2021
Lecco. Il “guru” Roberts
«Dopo il Covid servono i leader»
A Milano per il World Business Forum, Roberts è stato ospite della Novatex di Oggiono
«Prima Trump, poi Biden; o Boris Johnson in Inghilterra. E’ un manicomio. C’è una crisi di leadership ovunque, perché i leader intelligenti non entrano in politica. E invece servono veri leader e in fretta, entro i prossimi tre-cinque anni».
Kevin Roberts, 72 anni, è stato per oltre vent’anni Ceo di Saatchi&Saatchi, una delle più prestigiose agenzie pubblicitarie al mondo, responsabile dell’efficacia di imponenti campagne per organizzazioni come Toyota e Procter&Gamble. Ha scritto numerosi best seller, tra cui “Lovemarks: the Future Beyond Brands”, un rivoluzionario libro di business che ha permesso di coniare il termine “Lovemarks”, ritenuto una delle dieci “Ideas of the Decade”.
A Milano per il World Business Forum, Roberts è stato ospite di Novatex per una serata speciale, attorno al tema “La passione di vincere, ricominciamo”.
«Vincere non è tutto, ma la fame di vittoria lo è, è una stupidata raccontare che si impara dai fallimenti», è il suo esordio. «Dopo la pandemia non ci sarà una nuova normalità, niente sarà più come prima. Bisogna piuttosto essere pronti a una nuova a-normalità, ma forze a questo voi italiani siete più abituati», ride. «Un mondo volatile, incerto, complesso e ambiguo, caratterizzato da un’accelerazione sempre più veloce. Nessuno di voi può fare una previsione che vada oltre i cento giorni».
«E’ evidente che il secolo americano è finito - ha aggiunto - è l’età della Cina, mentre chi vive vicino alla Russia non dorme sonni tranquilli. Per non parlare dell’inflazione e della disoccupazione. Ecco perché c’è l’urgenza di leader capaci. Intravedo tre fasi: sopravvivere, rivitalizzare e prosperare. Ma il processo non è lineare, tutto può avvenire in maniera circolare, le fasi possono anche essere simultanee».
E gli imprenditori? «Per sopravvivere bisogna preservare risorse economiche, talenti, clienti, brand e valori. Rivitalizzare i propri mercati, chiedervi se le persone vogliono quello che fate. E cambiare il vostro linguaggio, perché la rivoluzione comincia con il linguaggio. Non addormentatevi quando c’è un ragazzo di diciassette anni che vi spiega le cose».
Torna sull’importanza di essere veri leader. «I manager fanno in modo che le cose funzionino bene, ma sono i leader a far si che le cose avvengano. Che guidano il cambiamento. Devono avere intelligenza, empatia. Il mio amico Colin Powell diceva “non lasciare mai che i dati si mettano in mezzo al momento di decidere”. Serve un quoziente tecnologico che consenta di controllare la tecnologia, di piegarla, e non di esserne schiavi. E bisogna concepire nuove idee: la creatività è vedere tutto quello che gli altri hanno visto, pensando quello che nessuno degli altri ha pensato». E, aggiunge, «negli ultimi due anni la più grande differenza tra un vincente e un perdente è stata la grinta».
Poi il messaggio finale, sotto il motto, “Peace, love e understanding”, perché compito dell’impresa è anche «fare scelte felici e creare felicità. Fare magari una cosa sola, ma farla bene. E farla, non solo parlarne»
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