Cronaca / Lecco città
Sabato 13 Marzo 2021
Lecco. «Il 25% delle famiglie
è più povero»
Il rapporto di Coldiretti sul Benessere conferma che anche il Lario nel 2020 ha subito uno choc economico - Fortunato Trezzi: «Persone che mai avevano avuto questi problemi e che ora aiutiamo con i pacchi alimentari»
Già l’Istat nei giorni scorsi aveva anticipato i dati sulla povertà assoluta in Italia. Ora un’analisi di Coldiretti su dati del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat ricorda che la punta dell’iceberg dei dati nazionali sulla povertà investe anche il Lario, dove a un anno dall’inizio della pandemia «una famiglia su quattro è più povera».
Nel 2020 in Italia un milione di persone in più sono entrate in totale indigenza rispetto al 2019, pari a 335mila famiglie. E’ il dato più negativo registrato negli ultimi 15 anni e nel quale i minori in condizioni di povertà assoluta sono 209mila in più rispetto al 2019.
Si tratta di una popolazione che non riesce a far fronte ai bisogni primari di sussistenza, in un dato che già nella primavera del 2020 Federconsumatori aveva previsto in crescita sulla base dei segnali di nuove morosità provenienti dalle famiglie che in coincidenza con i primi problemi occupazionali causati dal Covid iniziavano a faticare nel pagamento delle utenze domestiche.
Una situazione, quella rilevata dall’Istat, che porta a un totale di 5,6 milioni di persone in povertà assoluta (pari al 9,4% della popolazione, rispetto al 6,8% del 2019), di cui un milione e 364mila minori (13,4%, +2% sul 2019).
Coldiretti Como-Lecco osserva che «anche nelle due province lariane, a un anno dall’inizio della pandemia una famiglia su quattro è più povera. Dati che si rintracciano in pieno anche nelle province lariane e del settentrione lombardo.
Preoccupa in particolare il dato sui minori, in una «situazione drammatica che incide sui livelli di istruzione ed integrazione aumentando l’area del disagio ed i rischi di comportamenti antisociali».
Nelle due province di Lecco e Como i nuovi poveri attraversano diverse categorie sociali fra chi ha perso il lavoro, piccole attività commerciali e artigiane costrette a chiudere per mancanza di consumi, e anche dipendenti, soprattutto donne e giovani, che non si sono visti rinnovare i contratti a termine oltre a «persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati».
«Persone e famiglie che mai prima d’ora – afferma Fortunato Trezzi, presidente della federazione Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini. Abbiamo potuto toccare con mano tali realtà, nel corso della campagna di consegna dei pacchi alimentari di Coldiretti e Campagna Amica, che sul territorio comasco e lecchese si è conclusa proprio nei giorni scorsi».
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