Cronaca / Lecco città
Sabato 13 Giugno 2020
Lecco. I 130 licenziamenti
«Casi circoscritti, c’è voglia di ripresa»
Occupazione. Ottimista il presidente di Confindustria, più preoccupato il segretario della Cgil Diego Riva: «Non siamo più isola felice, ora serve la formazione»
Altre 130 famiglie rimangono senza reddito, in aggiunta a quelle che ancora non riescono ad incassare dall’Inps la cassa integrazione per Covid. Situazioni diverse, ma che unite piazzano un nuovo e pesante carico su un mercato del lavoro lecchese messo a dura prova fra situazioni di crisi pregresse e nuova disoccupazione creata dall’emergenza sanitaria.
Terminata la cassa integrazione straordinaria, ora si concludono, almeno in senso occupazionale, due vicende aziendali che un anno fa avevano creato allarme sulle sorti dei posti di lavoro.
Dopo le ottanta lettere di licenziamento arrivate in questi giorni ai lavoratori della Husqvarna e le 50 per i dipendenti di Maggi Catene imprese e sindacati guardano con preoccupazione ai prossimi mesi e alla capacità che il tessuto produttivo locale continuerà, o meno, ad avere nell’assorbire nuova occupazione. E indicano cosa fare affinché il territorio non sprofondi in una crisi sociale oltre che economica.
«Senza dubbio – afferma il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva,- c’è molta preoccupazione anche sul territorio per le conseguenze che la pandemia sta avendo sul quadro economico dell’intero Paese e le nostre ultime indagini lo hanno confermato. Alcune situazioni di difficoltà nel Lecchese – aggiunge - erano purtroppo già note da tempo ma, pur nell’apprensione che comunque generano, si tratta di casi circoscritti. Guardando alle nostre province sono fiducioso nel coraggio, nelle capacità e nella voglia di ripresa dei nostri imprenditori».
E sulle responsabilità nella ripartenza Diego Riva, segretario della Cgil, osserva che tocca «al Governo e all’Europa creare le condizioni perché si possa uscire da questa situazione limitandone il più possibile l’impatto, anche sull’occupazione. Penso che su questo fronte nello specifico valga, oggi più che mai, considerare che le competenze sono un nodo cruciale: nelle aziende avremo a maggior ragione bisogno di risorse preparate e il nostro impegno, come associazione, è proprio quello di favorirne lo sviluppo».
Perlomeno dalla crisi del 2008 Lecco non è più un’isola felice per l’occupazione. Sul futuro c’è preoccupazione anche nei sindacati, che ricordano come già prima della crisi per Covid Cgil, Cisl e Uil nazionali avevano presentato un documento unitario di rilancio dell’Italia, «valido più che mai ora, visto che gli effetti della crisi sanitaria impongono di metter mano con urgenza non solo alla revisione del welfare e degli ammortizzatori sociali ma anche allo sviluppo, attraverso la contrattazione, di una formazione che consenta di affrontare il futuro».
«Purtroppo – aggiunge il sindacalista – in tal senso non ci aspettiamo molto dagli Stati Generali indetti dal Governo, visto che nel testo presentato da Colao non se ne parla e non c’è ombra di valorizzazione dei corpi intermedi».
Secondo i sindacati per cambiare direzione anche all’economia lecchese serve affrontare il futuro con investimenti in banda larga e con un nuovo patto ambientale che promuova l’economia del riciclo, «e bisogna farlo subito – afferma Riva - perché nelle aziende lecchesi ormai si sta facendo tanta cassa integrazione quanto in altri territori. Abbiamo bisogno di obiettivi chiari sui quali mettere i soldi che arriveranno dall’Europa».
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