Cronaca / Lecco città
Sabato 16 Marzo 2019
Lecco. Firmato il decreto
per la Camera si tratta
Giovedì 28 il primo consiglio, verranno eletti il presidente (Marco Galimberti) e il vice (Lorenzo Riva)
Prende il via la nuova politica economica dei due territori di Como e di Lecco, ora riuniti in un unico ente camerale composto da 33 consiglieri, di cui 30 espressione delle categorie produttive e tre fra sindacati, consumatori e professioni.
A chiusura dell’iter di fusione tra le due Camere di commercio di Lecco e di Como in un unico ente è stato firmato dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, il via libera all’insediamento del nuovo consiglio camerale unico, fissato per giovedì 28 alle 15 a Como, durante il quale sarà eletto il nuovo presidente.
La notizia, annunciata ieri dal sottosegretario regionale Fabrizio Turba durante il Tavolo della competitività che si è tenuto a Como, ci viene confermata anche dal presidente dell’ente camerale di Lecco, Daniele Riva.
Al nuovo Consiglio si arriva dopo oltre un anno di confronti serrati e con due apparentamenti: uno di “maggioranza” siglato fra Confindustria, Confartigianato e Confcommercio dei due territori, per un totale di 21 consiglieri; un altro con Api, Confesercenti Como e Confesercenti Lecco, Cdo Como e Cdo Lecco, Cna del Lario e della Brianza, Confcooperative Insubria, Confcooperative dell’Adda e Abi, firmatari di un documento di programma unitario, per un totale di 9 seggi. Fuori dagli schieramenti e quindi portatori di voto indipendente sono invece i sindacati (che hanno diffuso un proprio documento), i consumatori e i professionisti.
Lo schema annunciato da tempo per il vertice della nuova governance si basa su un accordo per la presidenza a Marco Galimberti (ex presidente di Confartigianato Como) e la vicepresidenza a Lorenzo Riva (presidente di Confindustria Lecco e Sondrio). E visto che l’elezione del presidente può avvenire con due prime votazioni per ottenere i due terzi dei voti e con una terza votazione in cui la questione si può risolvere più facilmente, col 50% dei consensi, si aprono da qui a giovedì 28 due settimane di nuovi confronti per arrivare, stando a quanto dichiarano “maggioranza” e “minoranza”, a votare il presidente con un consenso comune e non solo sulla forza dei numeri. O meglio, la “minoranza” potrebbe portare i suoi voti a fronte di garanzie su punti di programma.
In proposito, da parte lecchese dalla “maggioranza” arrivano dichiarazioni rassicuranti sia da Lorenzo Riva, che sottolinea come sia «bene che il processo per la nuova Camera prenda il via, con l’impegno, da parte nostra, di tener conto di tutte le voci presenti in Consiglio, affinché il nuovo ente sia unito e forte», sia da Daniele Riva per il quale «serve ripartire con un giusto entusiamo, per qualcosa di nuovo e più grande rispetto al passato, e con la più ampia condivisione possibile degli intenti, anche verso quanto già uscito da alcuni documenti che peraltro riprendono gli stessi obiettivi dell’apparentamento di maggioranza».
Dall’altro apparentamento Enrico Vavassori, consigliere di Api Lecco in Consiglio camerale, fa sapere che «a partire dal programma che abbiamo presentato con un documento congiunto, siamo aperti a qualsiasi discussione e proposta, senza nessun braccio di ferro. Ora – aggiunge Vavassori –, in queste due settimane che ci separano dal voto, continueremo a confrontarci con l’altro apparentamento, ricordando che per noi ci sono punti prioritari di programma, dalla formazione all’innovazione, al lavoro, alle infrastrutture, al sostegno alle pmi su cui contiamo di costruire iniziative concrete. I nomi annunciati per la presidenza e la vicepresidenza sono di rilievo, ora vediamo se ci sarà spazio per accogliere le nostre istanze».
Più scettico il presidente della Cdo, Marco Giorgioni: «Non credo ci sia spazio per un accordo fra i due apparentamenti. Non è questione di programmi, visto che su ciò che serve all’economia locale entrambi gli apparentamenti si esprimono allo stesso modo. Le due aggregazioni sono nate con logiche di alleanza a partire da Confindustria, Confartigianato e Confcommercio che hanno fatto una scelta strategica che dovranno gestire».
Per la Cdo in Consiglio camerale siederà Richard Martini, avvocato e nome noto della politica locale: «Vengo dal periodo del primo mandato in Provincia, nel 1994, quando c’era grande discussione su quanto fosse utile per Lecco separarsi da Como. Ora, in corsi e ricorsi storici, c’è l’unione delle due Camere, che non è certo da demonizzare visto che darà luogo a uno degli enti più importanti d’Italia, sicuramente fra le prime 10 Camere. Ora – aggiunge – ciò che conta è sfruttare sinergicamente le opportunità di entrambi i territori. Chiunque prenda la presidenza o sieda in giunta si dovrà occupare pancia a terra e con passione per il bene di uno dei territori più trainanti d’Italia».
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