Gran finale, ieri sera, per la quinta edizione del Lecco Film Fest con la regista toscana Alice Rohrwacher. Alla quinta edizione del festival, organizzato ancora una volta da Fondazione Ente dello Spettacolo e promosso da Confindustria Lecco e Sondrio, è infatti andata in scena la prima retrospettiva in Italia dedicata a Rohrwacher.
“Introspettiva” – questo il titolo dell’appuntamento di domenica sera, in piazza Garibaldi - ha messo in luce una regista che, con le sue opere, è riuscita a entrare in connessione con le persone e i luoghi e a raccontare il mistero di un mondo perduto. Alice Rohrwacher si è imposta nel panorama internazionale con un cinema arcaico e al contempo libero e incarna quello che è stato lo spirito di questa quinta edizione del Lecco Film Fest, soprattutto alla luce del tema “Signora libertà”. Il festival, come la stessa retrospettiva, si è chiusa alle 21, con la proiezione de “La chimera”. Il film di Rohrwacher con Josh O’ Connor, Alba Rohrwacher, Carol Duarte, Isabella Rossellini e Vincenzo Nemolato, è ambientato negli anni Ottanta nel mondo clandestino dei “tombaroli” e racconta la storia di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici.
Nel corso della serata, prima della proiezione, monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha incontrato proprio la regista Alice Rohrwacher in piazza Garibaldi. A Rohrwacher è stato consegnato il Premio Lucia, realizzato e donato da Pianegonda. «La cifra stilistica del cinema di Alice Rohrwacher – ha commentato monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo – è riconoscibile nella volontà di indagare profondamente l’animo umano e ciò che trascende l’aspetto materiale della vita. Il sacro, l’altrove, lo spirituale sono i temi che animano i suoi racconti, sia che si tratti di lungometraggi che di corti. Il suo sguardo supera le apparenze, in un fluire di persone, situazioni, storie, esperienze che ricercano una forma di salvezza. Mentre tutto viene mercificato dalla società contemporanea e la bramosia del denaro tiene in ostaggio l’umanità, la vera essenza di ogni esperienza umana si svela nella bellezza semplice e nascosta, nella cura delle relazioni come nelle espressioni artistiche, nella memoria che non è semplice “archivio”, ma è ciò che ha colpito il cuore ed è capace di dare direzione alla vita».
Nel 2021, Alice Rohrwacher aveva già ricevuto il Premio Robert Bresson, conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Rivista del Cinematografo, con il patrocinio del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, come unico premio che la Chiesa conferisce al cinema. «Il significato intimo rinvenibile in ciascuno dei film di Alice Rohrwacher è stato il motivo che ci ha spinto ad assegnarle il Premio Bresson – ha spiegato Milani - In quella occasione, fu lei stessa a definire l’anima dei suoi lavori: non sono film dichiaratamente spirituali, ma intensamente e segretamente spirituali».
Sin dalla prima edizione, il Lecco Film Fest ha voluto rappresentare uno spazio per una narrazione trasversale del femminile libera da ogni stereotipo, e anche da ogni schema e convenzione, e Alice Rohrwacher, mostrandosi un’autrice libera di scegliere ciò che le è utile narrare e i tempi del racconto, con il suo sguardo su ciò che è venuto prima, ma che resta nel tempo, incontra perfettamente lo spirito del festival, che ha ancora una volta ha raggiunto il successo sperato.
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