Cronaca / Lecco città
Giovedì 21 Aprile 2016
Lecco. Export, bene il 2015
Ora però frena l’automotive
Monitor San Paolo. Confermato il più 9,6% nel metalmeccanico, nei primi mesi 2016 attesi cali di prezzo, dunque calano gli ordinativi
Che le aziende lecchesi, comprese le manifatturiere artigiane, guardino all’estero come prevalente possibilità per salvare margini e assicurarsi la crescita è stato dimostrato anche dalla partecipazione all’ultimo Salone Internazionale del Mobile, dove ad essere presenti sono state aziende locali che hanno sciolto da tempo ogni dubbio sull’importanza strategica dell’internazionalizzazione.
Alla fiera di quest’anno nell’esprimere commenti non hanno dimenticato l’attenzione a un mercato italiano condizionato però da una crisi dell’edilizia che trascina in basso gli ordini di tutti i moltissimi settori legati alla casa, metalmeccanico compreso.
Sempre più dunque per le imprese locali conta l’estero e conta darsi da fare per conquistarsi anche su mercati lontani quote di export sempre maggiori, come hanno mostrato di saper fare molto bene le imprese lecchesi anche in base ai dati diffusi nei giorni scorsi dal “Monitor dei distretti” di Intesa San Paolo, col distretto metalmeccanico lecchese ancora ai vertici della classifica di export con una crescita di quasi il 10% (+9,7%) nel quarto trimestre 2015.
Tuttavia gli imprenditori locali guardano le statistiche e restano prudenti nel considerare l’estero risolutivo, perché in gioco ci sono varianti che vanno dalla nuova stagnazione europea al calo della Cina alle tensioni geopolitiche che stanno condizionando gli affari di tante imprese italiane nel vicino Oriente. A testimoniare il calo delle vendite nella prima parte del 2016 delle imprese metalmeccaniche lecchesi in Europa è Giulio Azzoni, che distribuisce ricambi e accessori soprattutto per l’automotive, “in un settore in cui - afferma l’imprenditore - si sta aspettando che i prezzi calino ulteriormente, fermando di fatto il mercato”. Tuttavia, come mostra il “Monitor” di Intesa, le vendite nei mercati maturi di Germania, Usa e Gran Bretagna sono cresciute anche nel 2015 ma sono i nuovi mercati di Cina, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Ungheria, Emirati Arabi, India, a confermarsi, afferma lo studio, “principale sostegno alla crescita delle esportazioni distrettuali nel complesso del 2015”, con una crescita del 2,1% contro il +1,4% messo a punto dai mercati maturi. Fra questi ultimi, la perdita più forte (-32,3%) si registra in Russia, dove fra sanzioni europee e controsanzioni russe le aziende italiane faticano a vedere una ripresa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA