Cronaca / Lecco città
Lunedì 30 Marzo 2020
Lecco. Espropri a Rivabella
Fondi stanziati dal Comune
È fermo il cantiere per realizzare il passaggio, causa il blocco da coronavirus
Quasi duemila euro lordi per “pagare” le necessarie e parziali espropriazioni realizzate per dar corso al progetto del sottopasso di Rivabella nel quartiere di Chiuso.
Sono le risorse stanziate dal Comune di Lecco e si tratta, di fatto, dell’unico atto (per quanto amministrativo) che possa dare un senso di continuità ad un quartiere che assiste in questi giorni allo stop improvviso non di uno, ma di due cantieri.
Da un lato, come detto, c’è il passaggio sotterraneo in via Marinai d’Italia. Un milione di euro di costo, e una storia amministrativa che viaggia a ritroso fino al 2017. Risale a quell’anno la disponibilità del Comune a girare sull’opera il milione di euro lecchese dell’accordo tra Regione e governo. Il progetto stilato dalle Ferrovie aveva tuttavia subito uno stop pesante durante l’estate 2018, quando si era reso necessario ripensare completamente l’accesso alla rampa. Le aziende dell’area a lago, infatti, avevano lamentato una carenza di spazi per l’afflusso dei mezzi propri e dei fornitori. Abbandonata l’ipotesi degli ascensori (esposti alla necessità di manutenzioni e al rischio di possibili vandalismi), si era optato per una rampa di misure più ristrette rispetto al progetto originario. Tutto risolto? Nemmeno per idea. L’autunno successivo era stata la Soprintendenza a mettersi di mezzo.
Le trattative condotte da Rfi riguardo il futuro del vecchio casello che affianca il passaggio a livello, avevano comunque portato alla quadra. Avvio della cantierizzazione a giugno e inizio degli scavi lo scorso ottobre.
Si ipotizzava un termine proprio per il primo trimestre 2020, ma nulla di fatto. Il coronavirus ha colpito per primo, stoppando nei giorni scorsi tutti i lavori. Stesso destino anche per il parco di Chiuso, poco sopra la chiesetta del Beato Serafino. I lavori autorizzati dal Comune al Comitato di Chiuso lo scorso novembre erano di fatto appena iniziati. Si stava procedendo al rifacimento della recinzione (con il completamento della perimetrazione del parco grazie alla posa di tratto di recinzione e cancelletti di accesso), alla sistemazione dei muretti e dei percorsi esistenti.
Di lì a poco sarebbe toccato alla posa di una bacheca informativa, alla realizzazione di un’area attrezzata con tavolini e sedute, alla sistemazione e al riordino degli spazi verdi con aiuole didattiche inerenti le principali essenze arboree presenti nel territorio, oltre alla pulizia e pitturazioni interne del deposito già presente nel parco. Ciliegine sulla torta, il murales e la realizzazione dell’illuminazione dell’intera area. “Responsabilmente abbiamo deciso anche noi di fermarci e attendere la fine di questa emergenza”, è il laconico commento del Comitato.
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