Cronaca / Lecco città
Mercoledì 06 Aprile 2016
Lecco esporta laureati
«Manca il terziario avanzato»
La Cgil: «Servono gli investimenti», la Cisl incalza: «Dobbiamo rilanciare l’innovazione e rafforzare il dialogo tra la formazione e il lavoro»
All’indomani della presentazione del rapporto annuale 2015 dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro i sindacati lecchesi guardano ai dati di ripresa dell’occupazione ma lanciano l’allarme sulla perdita di posti nel manifatturiero e sulla qualità di un’occupazione che si sposta sulle attività commerciali.
La disoccupazione a Lecco migliora, nel 2015 rispetto all’anno prima scende di un punto percentuale e si attesta al 6,2%, pari a circa 10mila persone ancora in cerca di lavoro. Su 147mila occupati totali ce ne sono 87.700 nei servizi (+3400 posti rispetto al 2014) e 47.400 nell’industria, che perde 3.900 posti sul 2014, mentre nel manifatturiero continua la discesa dell’artigianato.
«I segnali di ripresa ci sono - afferma il segretario generale della Cgil Wolfango Pirelli - ma due dati ci preoccupano. Primo, il crollo degli occupati nel manifatturiero, che invece aumentano nel terziario, ma non in un terziario di servizi avanzati alle imprese, che a Lecco non c’è. Perciò in parallelo cresce l’altro dato, quello che vede Lecco esportatrice di occupati high skill. Tutto ciò - aggiunge Pirelli - mostra che siamo ormai dentro un processo di trasformazione produttiva. Lecco resta la prima provincia manifatturiera di Lombardia ma cede quote ad altri settori».
Il secondo dato di preoccupazione sta nel fatto che se i giovani laureati emigrano significa che «le aziende lecchesi - afferma Pirelli - non fanno investimenti di alto livello. Il risultato è un panorama produttivo sempre più incalzato da un terziario povero, un mercato locale del lavoro in cui è anche possibile che entrino tecnici da altre province ma a fronte della fuga di figure di alta qualità».
Lunedì scorso, durante la presentazione del rapporto in Camera di commercio, ad indicare la via per un recupero occupazionale di qualità è stato Marco Viganò, vicepresidente di Network occupazione e segretario generale della Cisl Lecco-Monza. «Serve una forte riconferma - ha detto Viganò - della vocazione manifatturiera lecchese, insieme a un pensiero condiviso per rilanciare l’innovazione nelle imprese. E serve anche ridare impulso al dialogo fra scuola e mondo del lavoro per preparare figure qualificate».
«È presto per dire che Lecco riparte - afferma il segretario generale della Uil Lecco - Como Salvatore Monteduro. Sull’occupazione del 2015 ha inciso il doping degli incentivi statali per i nuovi assunti, il 2016 sarà l’anno della verità visto il drastico calo dei vantaggi per chi assume. Ora abbiamo il commercio che un po’ assume e il manifatturiero in standby, in una situazione generale di forte crisi dei consumi interni. Non ultimo, a Lecco lascia perplessi il dato che le nuove assunzioni del 2015 abbiano riguardato soprattutto giovani diplomati, quindi la media formazione, mentre l’alta formazione a Lecco sembra un processo bloccato sia nelle assunzioni sia nelle iscrizioni all’università, in calo nei dati».
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