Lecco. Effetto Superbonus:
I cantieri sono raddoppiati
Ance: la valutazione del presidente Sergio Piazza:
«L’annuncio del Governo sulla proroga è un tassello importante»
Il Superbonus 110% verrà prorogato fino al 2023: un’ottima notizia per l’edilizia e per tutto l’indotto, che dall’introduzione della misura, varata nel mezzo della pandemia dal Governo Conte, ha potuto giovare di un’importante boccata d’ossigeno. Il provvedimento ha attivato una spirale positiva di interventi destinata a durare ancora a lungo.
Anche Ance Lecco Sondrio ha accolto con favore la proroga e le anticipazioni anche in tema fiscale giunte da Roma, come ha spiegato il presidente Sergio Piazza.
«Accogliamo con soddisfazione le notizie che il Governo, attraverso il ministro dell’Economia, ha reso pubbliche con la Nadef in relazione alla prossima manovra di bilancio. In particolare sul fronte delle tasse, sebbene i vantaggi si dovrebbero intravvedere solo nel 2023, l’avvio della riforma è un segnale positivo sulla strada della riduzione di una pressione fiscale che nel nostro Paese è diventata insostenibile».
Quindi è entrato nel merito della misura lanciata nel 2020. «Bene soprattutto la previsione di proroga a tutto il 2023 del Superbonus 110% a favore dell’efficientamento energetico degli edifici. È un altro tassello importante in attesa che questo ed altri provvedimenti possano diventare strutturali. Del resto i dati raccolti a livello nazionale dalla nostra associazione dicono che, dopo la semplificazione delle procedure, a tutto agosto si contavano più di 37 mila cantieri, il doppio rispetto a quelli registrati a fine maggio. La semplificazione prima e ora la proroga determinano un quadro positivo di prospettiva, soprattutto per i lavori che richiedono un iter più complesso».
Sul piatto, al momento, i bonus per interventi edili sono numerosi, ma il Governo sta ragionando su modifiche alle quali gli edili guardano con particolare interesse.
«Noi spingiamo sempre perché le misure diventino strutturali. Magari non il Superbonus 110%, che è un provvedimento particolare, ma gli altri sì, per poter programmare meglio gli interventi ed evitare di dover attendere ogni volta la relativa proroga».
Una delle possibilità sulle quali si stanno facendo valutazioni è quella che vede l’accorpamento di tutte le numerose possibilità (che variano dal 36% al 90% a seconda della fattispecie dell’operazione) in un unico bonus, al 75%.
«Questa sarebbe la soluzione ottimale, soprattutto se diventasse strutturale. Non soltanto porrebbe fine al ballo delle proroghe, ma permetterebbe di attuare una importante semplificazione. Ora ci sono bonus al 50%, al 65%, al 90% ed è anche possibile incorrere in errori interpretativi. Invece, con un’aliquota unica si potrebbe eventualmente sbagliare il capitolo di imputazione, ma l’importo non cambierebbe. Questa eventualità è davvero appetibile».
Sullo sfondo, però, resta la questione delle materie prime. «È un problema che incontrano tutti, in ogni settore, e non ci sono al momento elementi in grado di far pensare che si tratti di una situazione destinata a finire, sia in termini di prezzi che di reperibilità di certi materiali e di determinate attrezzature. Ormai ci sono tempi di consegna lunghissimi. È difficile trovare anche ponteggi, ma credo sia dovuto a una domanda che in questa fase è superiore all’offerta».
Infine, una battuta sulle risorse umane. «Riuscire ad inserire in organico personale specializzato è sempre più complicato e da qualche tempo si incontrano ostacoli anche per la manodopera generica. In questo senso, qualche sussidio in meno forse spingerebbe più persone a cercarsi un lavoro».
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