Cronaca / Lecco città
Martedì 06 Ottobre 2020
«Lecco è divisa in due
Un’opposizione tenace»
Lo sconfitto La delusione di Peppino Ciresa: «Sentiamo gli avvocati. Faremo tutte le verifiche, poi decideremo se chiedere il riconteggio»
«Il nuovo sindaco di Lecco è eletto con meno voti di quelli che avevo preso io al primo turno». Sono state queste le primissime parole a caldo di Peppino Ciresa, il grande sconfitto, dopo che al primo turno era stato a un passo dalla vittoria. Inevitabile che nelle parola del candidato del centro-destra ci sia delusione, forse persino amarezza.
È una sconfitta che fa male, una vittoria persa per un pelo dopo aver sfiorato il “colpo” già al primo turno del 20 e 21 settembre.
All’andata Ciresa aveva totalizzato 11.800 preferenze (il 48,71%, non sufficiente per conquistare la fascia tricolore) mentre Mauro Gattinoni si era fermato a 10.096 Ieri il ribaltone: 10.978 voti per il centrosinistra, 10.947 per il centrodestra. 31 voti di differenza che hanno consegnato le chiavi della città all’ex direttore di Api Lecco.
L’incarico
«Ci sarebbe bastato spostare 15 voti per aver un risultato completamente diverso» continua Ciresa, annunciando anche di essere pronto a chiedere un nuovo conteggio dei voti: «Per ora non mi espongo ulteriormente, ma abbiamo dato mandato agli avvocati per effettuare tutte le verifiche del caso e approfondire se ci sono gli estremi per chiedere un riconteggio».
Arrivato solo nel tardo pomeriggio nella sua sede elettorale di via Roma, circondato dai rappresentanti delle 4 liste del centrodestra, che Ciresa è riuscito a ricompattare sotto la sua candidatura, l’ex presidente di Confcommercio si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «È stata una campagna elettorale durissima, infamante per il sottoscritto e per la mia famiglia, che ha sofferto davvero moltissimo. Ci sono stati giorni in cui mia moglie non ha potuto uscire di casa a causa degli insulti e degli attacchi che le venivano rivolti. Mi hanno chiamato “vecchio” ed è stato doloroso».
Brancaleone
Poche parole rivolte al nuovo sindaco Mauro Gattinoni: «Nei prossimi giorni lo chiamerò…» commenta a denti stretti. «Ma non ora, la ferita è ancora aperta, la delusione è tanta».
«Mi rimane la soddisfazione di aver preso più voti del sindaco. Certo questa è la legge, ma è anche il risultato di un vero e proprio inciucio». Non lesina critiche a Corrado Valsecchi, “colpevole” di aver appoggiato Gattinoni al secondo turno: «Ha attaccato tutti, sia la nostra coalizione che quella di centrosinistra, l’ha definitiva un’armata brancaleone, salvo poi cambiare idea, senza alcun rispetto per gli elettori. C’è una cosa che nessuno potrà invece contestare a noi: siamo stati trasparenti fin da subito, avevamo detto che non avremmo fatto accordi per la poltrona e abbiamo mantenuto la parola. A differenza di qualcun altro».
Dichiarazioni arrivate dopo un pomeriggio al cardiopalma, tra spasmodici conteggi, telefonate ai rappresentanti di lista, verifiche, delusioni e illusioni di potercela fare. Se alle 16.15 alla sede del Pd a Rancio Gattitoni già brindava, in via Roma si sperava ancora flebilmente in una vittoria.
Numeri ufficiali
Le prime notizie diffuse dal Pd ai giornali di una vittoria con più di 100 voti di scarto si andavano ridimensionando e anche i numeri ufficiali diffusi dalla Prefettura confermavano un leggero vantaggio di Ciresa quando ancora mancavano solo 2 sezioni. Ma proprio gli ultimi seggi hanno sancito il sorpasso del centrosinistra.
Qualche lacrima, tanta amarezza, l’incredulità per la sconfitta sui volti dei - pochi - candidati presenti.
Ciresa ha seguito lo spoglio da casa e solo alle 17.45, dopo un confronto con il direttivo e i capi lista, ha incontrato la stampa.
Mentre nel quartier generale di Gattinoni in viale Dante si brindava, in via Roma Ciresa ha comunque conquistato un lungo applauso dai suoi sostenitori: «La città è spaccata: siamo pronti a fare un’opposizione tenace».
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