Cronaca / Lecco città
Sabato 22 Agosto 2015
Lecco. Dopo tanti anni
torna il marchio Caleotto
Un simbolo: ai cancelli del laminatoio dell’Arlenico è ricomparso il marchio che ha fatto la storia di Lecco
La proprietà è della cordata Duferco-Feralpi: obiettivo di produzione per quest’anno 73mila tonnellate
Caleotto. Un simbolo, un tributo alla storia e alla lecchesità di una fabbrica che è uno dei marchi - oggi si dice brand - della nostra industria.
Da giovedì la storica denominazione è ricomparsa all’ingresso del laminatoio dell’Arlenico, non più Lucchini. Nel ’93, il gruppo bresciano, poi diventato russo, aveva acquistato gli impianti che, all’inizio di quest’anno, sono passati alla cordata (anch’essa bresciana) composta con quote paritarie da Duferco e Feralpi. Le due imprese siderurgiche hanno costituito la new co (nuova società) “Caleotto spa” cui oggi fa capo il laminatoio dell’Arlenico.
Giovedì, la nuova proprietà ha provveduto a ridipingere il marchio sopra il cancello. Un’operazione che nei prossimi giorni interesserà anche il serbatoio dell’acqua, sul quale compaiono ancora logo e simbolo del gruppo Lucchini. Sono aspetti che riguardano l’immagine e la riconoscibilità della fabbrica, mentre per quanto riguarda la produzione, va detto che in questi giorni la maggior parte del personale del laminatoio è in ferie (per un periodo che va dal 10 agosto scorso sino a fine mese), e che i lavoratori ora in fabbrica sono impegnati in interventi di manutenzione e miglioramento degli impianti, la cui attività è ripartita da due mesi e mezzo.
Al momento dell’acquisizione del laminatoio da parte della “Caleotto spa” in organico c’erano 74 persone, alle quali iun questi mesi si sono aggiunti alcuni tecnici. La nuova proprietà ha fissato per quest’anno un obiettivo di produzione di 73mila tonnellate di vergella. Volumi produttivi che saranno raddoppiati il prossimo anno, per diventare 250mila nel 2017, 270mila nel 2018 e 300mila nel 2019. Va però precisato che la produzione di vergella è potuta riprendere con qualche settimana di ritardo rispetto ai programmi perché la proprietà ha dovuto aspettare il via libera delle autorità europee della concorrenza sui mercati.
La cordata Duferco Feralpi aveva acquisito gli impianti lecchesi dall’amministrazione straordinaria del gruppo Lucchini, con un’offerta di 21milioni. Al momento dell’acquisizione la nuova proprietà aveva annunciato un piano di investimenti di cinque milioni che serviranno a migliorare l’efficienza e la capacità produttiva dell’impianto. Inoltre, i programmi prevedono l’assunzione (in un biennio) di quella decina di lavoratori che permetterà l’articolazione di tre squadre per la lavorazione a ciclo continuo su 5 giorni la settimana.
Con l’ingresso di Duferco e Feralpi, al Caleotto si lamineranno le billette prodotte dai due gruppi nel Bresciano, nelle acciaierie di San Zeno Naviglio e Calvisano, con un obiettivo commerciale di ampliamento dell’offerta di prodotto di alta gamma in acciai speciali. Anche nei momenti di più alta incertezza si era sempre sostenuto che fosse necessario l’ingresso del laminatoio di Lecco in un gruppo integrato a monte che potesse garantire la fornitura di acciaio da lavorare.
Infine, ricordiamo che in Italia, la produzione dell’acciaio, dal 2007 ad oggi, ha visto precipitare i volumi da 33 a 24milioni di tonnellate, con una contrazione del 60% nel mercato dei tondini per l’edilizia. Per l’Arlenico, la nuova proprietà punta acciai di qualità, con una gamma ampia e diversificata che consenta di superare la crisi del mercato.
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