Cronaca / Lecco città
Martedì 05 Aprile 2016
Lecco. Disoccupazione giù
Meno lecchesi cercano lavoro
Nel 2015 hanno lasciato le liste duemila persone, un dato migliore del 2009
Ma aumentano i lavoratori occupati fuori provincia
A Lecco la disoccupazione cala di quasi un punto, passando dal 7,3% del 2014 al 6,2% del 2015. Un dato positivo che migliora ulteriormente la forbice con la media lombarda, da cui nel 2014 Lecco si distanziava di 0,7 punti percentuali, cresciuti a 1,6 punti nel 2015.
È l’indicatore principale del sesto rapporto dell’osservatorio provinciale sul mercato del lavoro curato dal Gruppo Clas Spa, presentato ieri in Camera di Commercio con un titolo, “Uno sguardo al futuro: si riparte”, che annuncia ottimismo.
Un leggero ottimismo, a detta di tutti i relatori, su cui resta sospesa la verifica dei dati di questi primi mesi del 2016, quando si capirà meglio come stanno andando le assunzioni col jobs act ora che, da inizio 2016, gli incentivi statali sono crollati del 60% e i vantaggi spalmati su contratti biennali e non più triennali.
Il rapporto mostra che nel 2015 l’occupazione è ripartita, fra luci e ombre. A parlarne ieri c’erano il presidente della Camera di Commercio Daniele Riva, il presidente della Provincia Flavio Polano, il vicepresidente di Network Occupazione Marco Viganò, i ricercatori di Clas Gianni Menicatti (fondatore di Clas) e Luca Schionato, il direttore generale Lavoro di Regione Lombardia Gianni Bocchieri e il consigliere con delega al Lavoro della Provincia Giuseppe Scaccabarozzi.
Prima le luci, che vedono l’avvicinarsi dei dati lecchesi ai livelli del 2009 con la riduzione a 2.000 unità delle perdite rispetto al 2008. Su 147mila occupati totali, nel 2015 a Lecco 1.900 persone in meno hanno cercato lavoro e 1.300 lo hanno trovato. Nonostante lo scarto fra i due dati, dovuto a prepensionamenti e a un effetto scoraggiamento soprattutto fra le donne, la crescita c’è stata «anche per il traino - ha detto Riva - dei buoni risultati delle nostre aziende esportatrici». Inoltre Lecco, col 66% del tasso di occupazione fra i 15 e i 64 anni d’età (era del 67% nel 2008), è al secondo posto lombardo dopo Milano. Bene anche per gli avviamenti al lavoro, per i quali Lecco è al terzo posto dopo Bergamo e Como, mentre è al primo posto se si considerano i soli avviamenti nell’industria.
In definitiva, la riforma del lavoro nel 2015 ha fatto risalire i contratti a tempo indeterminato, (“seppure col jobs act”, ha sottolineato Schionato) al 27,5% contro il 19% del 2014 (erano il 36% nel 2008).
Più numerose le ombre, a partire dal fatto che “alla crescita della popolazione occupata non corrisponde pari crescita dei posti di lavoro presenti sul territorio”. Questi aumentano di sole 500 unità sul 2014 e recuperano solo in parte la perdita di 2.000 unità registrata nel 2014 sul 2013. Significa che più della metà dei nuovi occupati ha trovato lavoro fuori provincia, soprattutto a Milano e Monza, e ciò vale soprattutto per i più qualificati (medium e high skill) e i laureati. Nella statistica contraria, solo 1 su 4 è venuto a lavorare a Lecco da fuori ma, ha detto Menicatti, per profili professionali piuttosto bassi. Un tema che apre alla riflessione su come e perché stia cambiando il livello del lavoro offerto dalle aziende lecchesi.
«Rispetto ad anni precedenti - ha sintetizzato Schionati - la ripresa del lavoro a Lecco è più maschile che femminile.
Inoltre la nuova occupazione è distribuita su imprese di ogni dimensione, ma meno sull’artigianato. Cala del 60% il passaggio dal diploma all’iscrizione universitaria e crescono i lavoratori stranieri che lasciano Lecco”. Infine, ha aggiunto, il dato più preoccupante: “il miglioramento dell’occupazione non dà effetti demografici. A più lavoro nel 2015 non sono corrisposte più nascite».
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