Cronaca / Lecco città
Martedì 28 Marzo 2017
Lecco. Cassa integrazione
non mi servi più: crollo dell’80%
Da 2000 a 400 i lavoratori interessati, ma sui primi due mesi dell’anno pesa l’introduzione dei nuovi ammortizzatori che l’Inps non ha monitorato
Dall’industria all’edilizia, al commercio, all’artigianato: a inizio anno in provincia di Lecco le ore autorizzate di cassa integrazione totale (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono calate sensibilmente.
Secondo l’ultimo aggiornamento dei dati locali elaborati dalla Uil del Lario il calo lecchese del bimestre gennaio-febbraio 2017 sullo stesso periodo del 2016 è dell’81,9%, un vero crollo che vede le 670.930 ore di cassa totale scendere a 121.108 nel primo bimestre 2017.
Nel dettaglio a calare di più sono le ore di cassa straordinaria (-87,8%), mentre la cassa ordinaria perde il 78,3% e quella in deroga il 72,3%.
Il numero di lavoratori coinvolti scende dai quasi 2.000 (1973) del primo bimestre 2016 ai 356 del 2017. Quindi 1.617 in meno coinvolti nella cassa straordinaria (-860), in quella straordinaria (506) e in deroga (-252).
Diverso tuttavia l’andamento del solo mese di febbraio 2017 sul mese precedente. In questo caso c’è un aumento di richieste (+12,2%) per cui si passa dalle 57.084 ore autorizzate di gennaio 2017 alle 64.024 di febbraio, a causa di una forte ripresa di cassa straordinaria (+195,3%, per un totale di 30.264 ore contro le 10.250 di gennaio), a fronte di un calo di cassa ordinaria (-58,9%, per un totale di 14mila ore) e una crescita della cassa in deroga (+53%, per un totale di 19.845 ore).
Ciò per 377 lavoratori coinvolti a febbraio, contro i 336 di gennaio. Fra loro nel confronto mese su mese ce ne sono 118 in più in cassa straordinaria e 117 in meno in quella ordinaria, con altri 40 in più in cassa in deroga. Un saldo finale, dunque, di 41 lavoratori in più in cassa integrazione in febbraio su gennaio.
Tuttavia l’evidente miglioramento del dato sul primo bimestre secondo il sindacato ha purtroppo poco a che vedere con un miglioramento delle situazioni aziendali. È, invece, più legato al fatto che la riforma del jobs act nella parte che riguarda gli ammortizzatori sociali ha introdotto nuovi strumenti di integrazione salariale che vanno dai fondi di solidarietà bilaterali ai Fis (il fondo integrativo salariale), che ovviamente sfuggono ai conteggi della cassa integrazione, pur restando spie di situazioni aziendali difficili. Perciò, sottolinea il segretario generale della Uil del Lario, Salvatore Monteduro, «è opportuno che l’Osservatorio Inps integri i dati sulla cassa integrazione con quelli relativi all’utilizzo dei fondi di solidarietà. Ciò porterebbe a un’analisi più esaustiva dello stato in cui versa il nostro tessuto produttivo e i suoi lavoratori».
Per Monteduro dunque «non si deve abbassare la guardia. Ora è necessario che il Governo acceleri le politiche fiscali orientate ad abbassare in modo strutturale la tassazione che grava sui lavoratori e sui pensionati per rilanciare la domanda interna. È inoltre importante - aggiunge Monteduro in una nota sindacale - un rafforzamento delle politiche attive. La Uil chiede una ragionevole revisione delle regole di accesso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, a partire dalla durata e dal costo eccessivo per le imprese».
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