Cronaca / Lecco città
Domenica 17 Giugno 2018
Lecco. Cantiere chiuso
dopo dodici anni
Tribunale: il Consiglio dovrà votare sul pagamento di 440mila euro all’impresa che ha vinto dal giudice. Ora la torre è pronta ma inagibile. Perché possano tornare giudici e avvocati manca il vecchio palazzo del Cereghini
Si chiudono ufficialmente domani in consiglio comunale, dopo oltre dodici anni di travaglio, le beghe giudiziarie della Torre del Tribunale. Querelle che rischiavano paradossalmente di durare addirittura più della già singhiozzante partita dei lavori, giunta ormai anch’essa al capolinea. Invece, sarà proprio una delibera portata al voto dei consiglieri a mettere la parola fine anche sulla seconda delle due corpose cause che la Torre si era portata dietro per anni.
Nulla di paragonabile alla più sostanziosa delle due, in realtà, quella della ditta Carena. Sette milioni di euro: a tanto ammontava la richiesta di risarcimento della ditta, sotto contratto con il Comune dal 2005 al 2007. Carena aveva risolto il contratto stipulato per inadempienza della committenza, mentre proprio il Ministero e il Comune, lo avevano dichiarato risolto per inadempienza della società. Ovviamente il caso era finito nelle aule giudiziarie. Il tribunale di Milano aveva dato ragione al Comune, e così pure, l’anno scorso, la corte d’Appello. Un bel sospiro di sollievo per Palazzo Bovara, che rischiava di dover mettere mano al portafogli per diversi milioni di euro. Era tuttavia ancora aperta la questione con la ditta Nessi & Majocchi, che aveva preso in mano il cantiere nel 2009, dopo quattro anni di stop. Proprio nell’atto di predisporre i lavori per la realizzazione dei due piani interrati sotto piazza Affari (in seguito ridotti a uno solo), la ditta comasca aveva trovato cemento laddove doveva esserci solo terra, tanto per farla breve. Un lascito, quest’ultimo della prima tranche di lavori a singhiozzo della Carena e che aveva costretto la ditta a un surplus di lavoro rispetto a quanto pattuito a termini di appalto. Da qui la richiesta di 1,7 milioni di euro quale risarcimento per aver dovuto operare in condizioni diverse dal capitolato. La querelle giudiziaria ha avuto in questo caso esito differente. Il tribunale ha infatti riconosciuto parzialmente le ragioni dei ricorrenti, ridimensionandole in una quota minore, circa 300 mila euro, divenuta poi 440mila con gli interessi del caso maturati nel corso del tempo.
Palazzo Bovara si prepara quindi a saldare quanto dovuto, chiudendo così definitivamente la questione. La delibera che verrà domani sera sottoposta al voto del consiglio comunale è proprio quella del debito fuori bilancio che chiuderà il cerchio anche con le legittime richieste di Nessi & Majocchi. Dopo questo passaggio, l’auspicio è davvero quello che, nella nuova Torre del Tribunale, gli avvocati possano entrarci solo fisicamente, quando l’intero impianto giudiziario locale realizzerà il tanto agognato trasferimento da corso Promessi Sposi. In mezzo, tuttavia, c’è l’intero rifacimento dell’ala del vecchio Cereghini. Palazzo Bovara incrocia le dita, sperando in un cammino burocratico molto meno tortuoso dell’omologo dirimpettaio.
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