Cronaca / Lecco città
Domenica 17 Marzo 2019
Lecco, birra, cornamuse ed elfi
Tutti pazzi per San Patrizio
Lecco si tinge di verde per commemorare la festività irlandese
Migliaia di persone tra sabato sera e ieri in via Parini tra balli e latte di bionde
Un po’ più irlandesi, un po’ meno lecchesi e con tanta voglia di divertirsi. Ma quanto “irish instinct” c’è dalle nostre parti? Tanto. Almeno quanto il desiderio di birra e di “riciclarsi” al suono delle cornamuse. Che fanno tanto moda (anglosassone) e tradizione (celtica). Al netto di un San Nicolò che - idealmente - “osserva” col suo campanile di verde illuminato , ecco un San Patrizio (inteso come “festa”) che deborda nella ritrovata celebrazione del patrono d’Irlanda, dopo il piovoso flop dell’anno scorso.
Una festa (era l’ottava da noi) con birra a fiumi e cappelli pittoreschi che propone le sue musiche suadenti (e anche un po’ ridondanti), i suoi balli in cerchio ed elegge quella terra lontana come riferimento nostrano - forse un po’ confuso - (anche) per girarci i suoi gadgets. Una pinta di qua, una irish-maglietta di là, un cappellaccio su, un bicchiere griffato giù. Fra sabato e domenica centinaia, migliaia di giovani (almeno cinquemila nei due giorni) a sciamare fra un bancone e l’altro. Mentre il cassiere incassa, la bandiera d’Irlanda svolazza (con quell’arancione che non è rosso) e la “bandazza” suona. A sera sale sul palco c’è un Sonny Bono un po’ deludente, malgrado l’occhialone fasciante. E balla la compagnia “Traballante” - coreografica e ben organizzata - coi bambini che osservano felici. Negli occhi l’irish-imprinting di un festa che dell’adulto-medio lecchese non è, ma sarà loro. Per sempre.
Centinaia di salamelle si arroventano sulle piastre e mezza Lecco (anche in incognito) riforma la “compa” di una volta (e qualcuno, quasi di nascosto, beve vino). Ma soprattutto c’è gente che arriva da lontano; da Milano e oltre fors’anche. Come attratta da un rito ipnotico che affascina in una via di transito come la Parini. Per una notte davvero Dublino ma senza i mattoni a vista e le ringhiere verdi però. Poi ecco una domenica non comune: il vero 17 marzo. Al mezzodì la “scombicchierata” combriccola dei FolliElfi gira per le vie con il suo carico di spensieratezza; poi altra birra, altri balli, altre band (i Winetellers prima e gli Old Timey poi) e in mezzo un Paolo Giulisano, colto e affabulante, che avvolge coi suoi irish-racconti. Pioviggina a tratti, ma la musica regge e non solo: compaiono tante bionde e tante more (intese come birra). E si spilla a fiumi anche la bancone dello Shamrock.
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