
Cronaca / Lecco città
Venerdì 28 Marzo 2025
Lecco-Bergamo, Gattinoni: «Siamo sicuri che è la strada giusta?»
Lecco
«Forse sarebbe meglio prendersi una pausa e riflettere: stiamo scegliendo davvero la strada giusta?». A poche ore dall’audizione in Regione sul progetto del tunnel di San Girolamo, secondo lotto della nuova Lecco-Bergamo, il sindaco Mauro Gattinoni invita a considerare bene il futuro del cantiere fermo da anni.
Il tunnel dei desideri
Il tunnel di San Girolamo, che attraverserà 2,4 km di terreno per la sola “Variante di Vercurago”, è un intervento che si svilupperà in galleria tra Chiuso e il Lavello, sul lato del lago. Il piano prevede sette anni di lavori: due per la progettazione e cinque per la realizzazione. La progettazione di fattibilità è prevista per novembre 2025, ma la sfida per completare l’opera è colossale, soprattutto considerando il costo elevato, pari a 100 milioni di euro al chilometro. Al momento sono disponibili 150 milioni di euro, ma i restanti 100 milioni saranno probabilmente reperiti attraverso il finanziamento delle opere per le Olimpiadi invernali del 2026.
I disagi per la popolazione di Chiuso
Il sindaco Gattinoni nella newsletter settimanale mette in evidenza come la realizzazione del tunnel avrà un forte impatto sulle famiglie e sulle imprese del rione di Chiuso, che già da quindici anni sopportano il peso di un cantiere incompiuto, con tutte le problematiche che ne derivano. Le difficoltà quotidiane, tra polveri, rumori, vibrazioni e la pericolosità della rotonda “ottovolante”, sono ormai diventate una condizione insostenibile.
«Chiuso è stato ostaggio di un cratere incompiuto per quindici anni. Non possiamo permettere che la nostra comunità continui a subire disagi. Le famiglie e le imprese della zona vivono con polveri, rumori, vibrazioni, e una viabilità che ogni giorno mette a rischio la sicurezza di chi ci vive e lavora - dichiarato Gattinoni, sottolineando come la sicurezza nella rotonda “ottovolante” rappresenti una delle principali preoccupazioni.
Per questo, Gattinoni ha richiesto a Regione Lombardia di prendere in considerazione una soluzione alternativa, come un bypass degli abitati di Vercurago e Calolziocorte, che possa ridurre gli impatti ambientali e migliorare la sicurezza per i residenti.
La proposta di una variante progettuale
Il sindaco ha proposto di prendersi sei mesi per valutare in modo più approfondito eventuali varianti al progetto, per analizzare alternative che possano rispondere meglio alle esigenze locali senza sacrificare la funzionalità dell’opera. Secondo Gattinoni, questa fase di studio consentirebbe di raccogliere dati più precisi su costi, tempi di realizzazione e impatti ambientali, permettendo di scegliere la soluzione migliore per tutti.
«Non sto dicendo di fermare il progetto, ma credo che sarebbe ragionevole prendersi il tempo per esplorare soluzioni alternative, per capire se esistono percorsi meno invasivi, ma altrettanto efficaci. Sei mesi potrebbero essere un periodo sufficiente per un’analisi approfondita», ha spiegato Gattinoni. «La Regione ha risposto che fermare tutto per approfondire ulteriormente le opzioni alternative potrebbe farci perdere i finanziamenti attuali, ma credo che sia altrettanto importante considerare le necessità del nostro territorio e della nostra gente. Se non riusciremo a progettare un’opera che rispetti la comunità, rischiamo di creare danni maggiori di quelli che cerchiamo di risolvere».
Nonostante ciò, il sindaco ha insistito sull’importanza di non trascurare l’impatto che il progetto avrà sulle vite dei cittadini e ha ribadito l’impegno nel fare in modo che le soluzioni adottate rispondano davvero alle necessità della comunità.
Verso il 2032: un cammino complesso
Con la decisione di proseguire con l’attuale progettazione, la data del 2032 diventa un obiettivo da segnare, ma anche un segno delle difficoltà che attendono il territorio. La speranza è che, pur tra le sfide, si possano trovare soluzioni che permettano di migliorare la viabilità senza sacrificare la qualità della vita dei cittadini. «Il 2032 è la data che tutti segniamo - conclude Gattinoni - Ma dobbiamo essere consapevoli che il cammino verso quella data è ancora lungo e pieno di incognite. L’importante è che non si perda di vista la persona, la comunità, che resta al centro delle nostre scelte».
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