Cronaca / Lecco città
Sabato 01 Aprile 2017
Lecco. Beretta: «I dazi Usa?
Tassiamo i prodotti della Silicon Valley»
Guerre commerciali: i timori dell’impresa dei salumi, le vendite negli Stati Uniti toccano i 100 milioni di dollari. Preoccupazioni anche per l’export della cioccolata Icam
Quello del food di qualità, dai prosciutti di Parma e San Daniele al cioccolato, ai formaggi Dop della Valsassina è uno dei settori che potrebbero finire sotto la scure dei dazi statunitensi annunciati da indiscrezioni sulla svolta protezionistica del presidente Donald Trump.
«Noi - ci dice Vittore Beretta, presidente del salumificio di famiglia che esporta in 60 nazioni e ha sedi commerciali e produttive anche negli Stati Uniti - abbiamo un buon mercato negli Stati Uniti dove, se subentrassero nuovi dazi, ci troveremmo da un lato danneggiati per quanto riguarda i prodotti che fabbrichiamo in Italia e che esportiamo, mentre dall’altro il disagio sarebbe attutito dal fatto che in America abbiamo due stabilimenti che producono per il mercato Nafta di Usa, Canada e Messico e che ovviamente sarebbero esenti da dazi».
Beretta produce fra l’altro prosciutto di Parma e San Daniele, che esporta negli Stati Uniti, vendite che saranno frenate da dazi «che gli Usa ci metteranno come vendetta perché noi, abituati a mangiar sano, non vogliamo la loro carne perché purtroppo una parte è piena di ormoni». Negli Usa l’azienda ha un mercato che quest’anno toccherà i 100 milioni di dollari, una quota pari al 10% sul totale delle esportazioni (42% del fatturato) annue dell’azienda. Esportazioni frazionate, per cui «se chiude l’America - afferma Beretta - anziché esportare in 60 Paesi esporteremo in 59, diciamo che abbiamo un buon frazionamento del rischio».
«Tutta la salumeria italiana e il lattiero caseario saranno colpiti - aggiunge l’imprenditore -, e vedere che ciò è causato proprio dagli Usa fa male. L’acqua minerale sarà venduta come champagne e i nostri prosciutti come caviale, mi sembra una pazzia. Se ciò accadrà allora i nostri governanti potranno iniziare a considerare la possibilità di mettere dazi al 100% su tutta la tecnologia che ci mandano da Cupertino».
Le barriere dunque presto finiscono col danneggiare chi le impone per primo. «La Russia - sottolinea Beretta a proposito di un altro suo mercato di export - si sta attrezzando per rendersi autonoma in ogni settore e il giorno che si dovessero riaprire le frontiere commerciali scopriremo che avrà imparato a farsi da sola la maggior parte di ciò che prima comprava dalle nostre imprese. Abbiamo messo l’embargo alla Russia su ordine degli Usa, siamo stati zitti e danneggiati, ma ora dovremmo proprio rivedere le nostre politiche commerciali».
Gli Stati Uniti sono anche per il cioccolato di Icam un mercato importante. «Se si applicassero maggiori dazi nelle misure indicate anche fino al 100% del valore rischieremmo di perdere competitività nel rapporto qualità-prezzo. La qualità è il nostro punto di forza, ma ogni impresa sa bene che se il rapporto fra i due elementi supera certi limiti la qualità non basta a motivare all’acquisto. e ciò andrebbe a beneficio dei nostri competitor americani e non europei, esenti dal pagare il nuovo balzello».
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