Lecco. «Aziende in allerta
Segnali di crisi di liquidità»
Il post Covid, si stanno allungando i tempi dei pagamenti - Dell’Era: «Molte imprese sono alla ricerca di credito, potrebbe essere una misura prudenziale per il futuro»
Anche a Lecco si conferma la tendenza riferita dallo “Studio Pagamenti” di Cribis, società del gruppo Crif specializzata in business information secondo cui a fine giugno con un aumento dei ritardi di pagamenti si sono visti i primi effetti finanziari negativi dell’emergenza Covid sulle imprese.
Ad essere peggiorato a livello nazionale è il dato sui ritardi gravi (oltre i 30 giorni) che è passato dal 10,6% del primo trimestre dell’anno all’11,8% di fine giugno. Dato che peggiora nel Nord Ovest dove si registra il 13,3%, tuttavia migliora rispetto al 16,7% del Nord Est del Paese. Ma la buona notizia per Lecco è che si trova fra le province italiane con meno ritardi gravi di pagamento, in buona compagnia dietro a Brescia, Sondrio e Bergamo e prima di Trento.
«La nostra impressione – afferma Matteo Dell’Era, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Lecco – è che nel sistema economico sia ormai presente una crisi di liquidità. Non abbiamo ancora dati diretti sul territorio, ma tutti i macro dati evidenziano tale difficoltà, tanto che le imprese sono ancora alla ricerca di credito bancario».
Dell’Era precisa che per ora non è dato sapere quanto ciò sia dovuto a crisi di liquidità per difficoltà nel pagare i creditori e quanto a prudenza in un allungamento dei pagamenti a causa dell’incertezza che grava sulla situazione economica che si presenterà in autunno.
«Dal mio osservatorio – aggiunge Dell’Era – vedo senza dubbio una tendenza alla prudenza e al voler conservare quanto possibile in cassa. Purtroppo è evidente anche che i piani di ristrutturazione e di investimento in infrastrutture aziendali sono stati rallentati e anche bloccati perché spesso non si ha visibilità su quel che potrebbe accadere in autunno».
In quella che si conferma essere sempre più una crisi sistemica mondiale non è dato fare programmi in quanto ancora non si sa quali nuovi limiti o chiusure di territori potranno essere imposti a seconda dell’andamento della pandemia.
Oltre a ciò «ci sono anche aziende che al di là della prudenza hanno di fatto una difficoltà nel pagare i fornitori, considerando che, ad esempio, artigiani e piccoli commercianti sono più di altri in crisi di liquidità. Ma senza dubbio nei grandi numeri ci sarà anche chi fa il furbo. E ci sono categorie, come ad esempio i supermercati, che incassano a vista e pagano in alcuni casi anche a 120 giorni, traendo vantaggio sui subfornitori. Non tutti i gruppi della distribuzione lo fanno, ma accade, soprattutto nei grandi della Gdo, andati in crisi per costi fissi molto alti rispetto ai piccoli».
Il sistema economico del Lecchese sembra conservare ancora una certa positività rispetto ad altri territori: «È senza dubbio un momento in cui le imprese cercano di inventarsi e di migliorare. Dai colloqui con tanti colleghi – conclude Dell’Era - percepisco che noi consulenti, che abbiamo lavorato in questi mesi il quadruplo rispetto a tempi normali, vediamo che le imprese hanno avuto qualche problema nel pagare le parcelle. Tuttavia, per il ruolo che abbiamo avuto nell’assisterle sugli ammortizzatori sociali siamo percepiti come indispensabili e forse per questo ci hanno messo comunque davanti rispetto ad altre scadenze di pagamento. Lecco ha un sistema economico che sa autogestirsi e perciò in qualche modo riesce a proteggersi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA