Lecco. Aziende al lavoro
Incognite su energia e Covid
Non c’è l’allungamento delle fermate ipotizzato dalle imprese in difficoltà con i materiali - Pareri diversi su Super Green pass e obbligo vaccinale
La riapertura dopo le vacanze natalizie fra le pmi locali sta avvenendo senza decisioni straordinarie di rinvio a causa dell’impennata in corso di costi energetici e di approvvigionamenti di materiali.
Il rischio di sospensioni temporanee era stato ipotizzato dalle associazioni locali d’impresa, ma sembra che per ora non si stia verificando. «Al più tardi da lunedì 10 tutte le nostre imprese riapriranno, rispettando un calendario consueto come negli anni passati», afferma il presidente di Api Lecco e Sondrio, Enrico Vavassori, che invece si dice preoccupato per gli effetti che la ripresa dei contagi da Covid potrà avere sull’andamento delle imprese.
Oggi il Governo decide sull’estensione del “super green pass” sul lavoro pubblico e privato che, data la velocità dei contagi da Covid 19, potrebbe essere realtà già da febbraio.
Ma c’è anche un’altra opzione, quella dell’estensione della vaccinazione anti Covid a tutta la popolazione over 18, spinta dal mondo delle imprese, dei sindacati, da parte della maggioranza di Governo e da Paesi europei.
Sul Super green pass al lavoro il presidente di Api Lecco e Sondrio, Enrico Vavassori, afferma che «si va incontro a una decisione complessa nella sua attuazione. Noi riteniamo che il Governo non debba trasferire alle imprese ulteriori oneri di controllo. Fin dall’inizio della pandemia, e soprattutto in questo periodo per le difficoltà di approvvigionamento di materiali e di impegno nel sostenere costi elevatissimi per l’energia, le imprese hanno i loro problemi nel far funzionare al meglio le proprie organizzazioni. Ci siamo impegnati – aggiunge Vavassori – per far funzionare le imprese in sicurezza anche rispetto alla prevenzione sanitaria, ma ora si stanno trasferendo sulle imprese troppe incombenze. I controlli sui green pass, che anche nella mia azienda facciamo ogni mattina, sono giusti, vanno fatti, ma portano via tempo inducendo a far partire in ritardo le macchine di produzione. Questi sono costi – sottolinea – che le aziende già si sobbarcano e non trovo corretto insistere oltre».
Sul tema da Cgil, Cisl e Uil arriva una posizione unitaria favorevole alla vaccinazione obbligatoria per tutti gli over 18 in quanto i sindacati la considerano discriminatoria se praticata solo ai lavoratori dipendenti.
«Siamo per l’obbligo vaccinale – afferma il segretario generale della Cisl di Lecco e Monza, Mirco Scaccabarozzi -. Il problema vero è che l’aumento dei contagi mette a rischio non solo la tenuta del sistema sanitario per la crescita dei ricoveri, bensì anche la ripartenza del Paese. Sappiamo bene – aggiunge – che la stragrande maggioranza dei lavoratori è vaccinata, né abbiamo mai messo in discussione la salvaguardia per soggetti fragili che non si possono vaccinare. Al netto di ciò, il vaccino è l’unico strumento per fermare le conseguenze disastrose dei lockdown, perciò è bene che sia reso obbligatorio».
Ma la partita dell’obbligatorietà sarà dura data la presenza di lavoratori no vax. In proposito, per Scaccabarozzi «il dialogo resta la via maestra per convincere chi ancora rifiuta di vaccinarsi». E anche se i no vax contestano in primo luogo proprio le informazioni delle campagne vaccinali «mostrandosi schiavi dell’ideologia attraverso posizioni di mero egoismo, se vogliamo parlare di un futuro che coinvolga anche le nuove generazioni dobbiamo insistere con l’informazione sui luoghi di lavoro, e certamente – conclude Scaccabarozzi - contineuremo a farlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA