Cronaca / Lecco città
Sabato 29 Dicembre 2018
Lecco. Attività agricole
«Il nuovo balzello è un freno»
Manovra finanziaria: la tassa da cento euro a forfait per chi tratta frutti di bosco, bacche, tarfufi ed erbe - Secondo Coldiretti penalizzerà soprattutto i giovani
Nella manovra finanziaria spunta la nuova tassa da 100 euro a forfait per chi raccoglie e rivende frutti di bosco e bacche, tartufi ed erbe officinali. E’ un’imposta fissa sostitutiva di Irpef e addizionali destinata a chi da tali attività realizzi guadagni non superiori ai 7.000 euro l’anno, nuova soglia a cui, dai precedenti 5.000 euro, è stata portata la franchigia Iva e Irpef.
Dalle attività agricole locali il nuovo balzello è accolto, ci spiega Coldiretti, come un freno alle imprese giovanili che tentano di farsi strada, differenziandosi e investendo con fatica su produzioni di qualità e di nicchia.
Secondo il presidente di Coldiretti Lecco e Como, Fortunato Trezzi, si tratta di «una misura ingiusta e impopolare, che non condividiamo. Con questa manovra – aggiunge Trezzi - ci aspettavamo iniziative a favore dell’agricoltura. In base alle anticipazioni non ne avevamo viste e ciò ci aveva delusi anche se parzialmente, perché perlomeno sembrava non ci fossero penalizzazioni. Invece questa nuova tassa penalizza le nostre imprese più piccole e poco conta che sia un forfait annuale di 100 euro, in quanto va ad aggiungersi ad altri aggravi che partiranno col nuovo anno».
In primis la fatturazione elettronica che, sottolinea Trezzi, peserà soprattutto sulle micro aziende «che hanno una fatturazione numerosa, seppure non alta nelle cifre, e quindi un aggravio di costi legato alla gestione di questa innovazione. Servono misure diverse per permettere alle imprese di crescere e lavorare. Se solo si dimezzasse il peso burocratico ciò sarebbe un vantaggio di gran lunga superiore ad ogni contributo economico».
Sul Lario l’associazione rappresenta circa 1.500 imprese, di cui il 40% a Lecco. I giovani sono presenti al 15,5% su Como e al 17% su Lecco, quote che vedono le due province al primo posto della classifica nazionale per incidenza di imprenditori under 35 nell’agricoltura.
La nuova tassa, fra le misure di aggiustamento inserite dal Governo dopo la bocciatura della manovra da parte di Bruxelles, per Coldiretti colpisce dunque soprattutto loro ed è specchio di un tipo di visione politica che non considera «quanto sia fondamentale l’attività di micro imprese agricole che col loro tipo di attività danno un valore aggiunto in termini di pulizia, manutenzione del verde e dell’ambiente comune. Ora si va a mettere le mani in tasca a chi già lavora e produce con fatica per restare sul mercato, come tanti nostri giovani che nelle loro prime imprese mettono impegno ed entusiasmo, e ciò per sostenere la promessa elettorale del reddito di cittadinanza a cui invece sarebbe stato meglio rinunciare».
«Del resto – conclude Trezzi – non sono nemmeno così convinto che in Italia ci sia questa grande carenza di lavoro. Senza generalizzare, visto che non mancano giovani che si danno da fare, serve più voglia di rimboccarsi le maniche e accettare quel che c’è, cercando di migliorare».
Sembra facile, ma il precariato e i contratti di breve durata e pochi soldi non sono certo incentivi per immaginare il futuro: «E’ vero – afferma Trezzi – e senza dubbio serve una centratura da entrambe le parti, anche da parte delle imprese per le quali, ricordo, restare sul mercato è sempre più difficile».
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