Le Pmi di lecco
sono tra le più solide
Il default lontano
Lo studio: il 28% delle società provinciali hanno un rating con rischio post Covid elevato - Sono otto punti in meno della media nazionale
Il 36% delle piccole e medie imprese ha un rating con profilo di rischio elevato, ma a Lecco le Pmi sono più solide, sia della media nazionale che di quella lombarda.
A fotografare la situazione delle aziende con un fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, attraverso l’analisi del bilancio 2020 di 69mila realtà distribuite in tutta Italia (20mila nella sola Lombardia), è stato lo Studio Temporary Manager, società specializzata nei servizi di temporary management, la quale ha rilevato come l’impatto della pandemia sia stato tutto sommato contenuto, considerato il fatto che il dato preCovid fosse pari al 35%, contro il 36% dell’anno scorso.
Bisogna però evidenziare che sarà necessario attendere la fine dell’anno, con la fine dell’efficacia delle misure emergenziali adottate dal Governo per far fronte alla crisi innescata dal virus.
«I dati della Banca d’Italia indicano che dal 2019 sono saliti del 40% i finanziamenti bancari alle imprese con un significativo aumento del rischio di credito - dichiara Alberto Cerini, responsabile “Corporate Turnaround & Restructuring” di Studio Temporary Manager -. La nostra analisi conferma che nei bilanci a oggi depositati relativi all’esercizio 2020 sono presenti evidenti segnali di criticità; la fine del divieto dei licenziamenti e l’imminente conclusione delle moratorie rivelerà il vero stato di salute delle imprese italiane, che a oggi però è stato mantenuto sostanzialmente invariato rispetto a un anno fa circa grazie proprio alle predette misure di sostegno, che si sono quindi dimostrate efficaci».
Le imprese potranno ora affrontare le sfide future del 2022 e uscire da eventuali situazioni di crisi, sia beneficiando della ritrovata ripresa economica italiana e internazionale, ma anche utilizzando il nuovo strumento della “composizione negoziata della crisi” introdotto dal Decreto Legge 118/2021 e del Decreto Dirigenziale del ministero della Giustizia del 24/9/2021.
In cosa consiste lo strumento della composizione negoziata della crisi? Le aziende potranno accedere, su base volontaria, a un percorso di negoziazione che potrà sfociare anche in soluzioni puramente stragiudiziali e dove tutte le parti, debitore e creditori quindi, hanno il dovere di collaborare in modo sollecito.
Entrando nel merito della situazione delle aziende lombarde, i dati meno rassicuranti sono quelli relativi alle imprese mantovane, che nel 40% dei casi hanno un rating potenzialmente problematico; poco dietro Milano e Pavia (38%), seguite a loro volta da Varese, Como, Lodi e Monza Brianza (35%). Il territorio che si mostra più solido in regione, sulla base dell’Osservatorio, è appunto quello lecchese, con un dato pari al 28%, avvicinato solo da Sondrio (29%). Chiudono Cremona (31%), Brescia e Bergamo (34%).
Guardando invece alle regioni, in sei le imprese con un rating a rischio superano il 40% e in tutte, comunque, il 30%: tra queste si evidenziano la Sardegna (42%), il Lazio (42%), il Molise (40%), l’Abruzzo (40%), la Sicilia (40%) e la Toscana (40%). Seguono la Calabria (39%), la Basilicata (39%), l’Emilia Romagna (38%), la Liguria (38%), la Puglia (37%), l’Umbria (37%), la Lombardia (36%), il Piemonte (35%), il Friuli-Venezia Giulia (34%), la Valle d’Aosta (34%), la Campania (33%), le Marche (33%), il Veneto (32%) e il Trentino-Alto Adige (30%).
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