Le pagine de “La Provincia” rispettano l’ambiente: arriva la certificazione
«Il Centro Stampa di Erbusco promuove criteri puliti»
Sostenibili, certificate e, in un certo senso, amiche delle piante: le pagine del quotidiano che avete tra le mani non danneggiano la natura perché fanno parte di un processo che rispetta le risorse ambientali. È così da tempo, ma da oggi - con il completamento di un articolato percorso di autenticazione - a testimoniare la sostenibilità della carta utilizzata per i quotidiani La Provincia di Como, Lecco e Sondrio, e per L’Eco di Bergamo c’è il logo della certificazione Pefc nella gerenza (dove Pefc è l’acronimo inglese di Programma di valutazione degli schemi di certificazione forestale), che il Centro stampa quotidiani (Csq) di Erbusco, da dove escono i quattro quotidiani, ha rinnovato da qualche settimana.
La difesa dell’ambiente, la sostenibilità dei processi industriali e la stampa di qualità su carta non sono valori incompatibili tra loro: è questo il messaggio che passa attraverso la pubblicazione del logo verde nel quale sono rappresentati due alberi stilizzati all’interno di una sorta di ellisse che rende bene l’idea dell’economia circolare.
È certificato Pefc il 98% delle 14mila tonnellate di carta utilizzate ogni anno dal Centro stampa di Erbusco, che utilizza circa 3.500 tonnellate solo per le pagine de L’Eco di Bergamo e delle tre edizioni de La Provincia.
Le bobine di carta arrivano al Csq da Svizzera, Francia, Germania, Austria, Svezia e Belgio poiché da tempo nessuna cartiera italiana produce più carta da giornale per quotidiani. Tutta la carta che entra nel centro di Erbusco segue un percorso di tracciamento, dalla foresta - gestita in maniera sostenibile e certificata - fino al prodotto finito: «Questo sistema di certificazione – spiega Massimo Calzoni, direttore amministrativo del Csq – attesta che il nostro stabilimento impiega e gestisce le risorse naturali ed ambientali nel modo più rigoroso e sostenibile possibile».
Il certificato valida tutta la catena di controllo e di impiego dei materiali di origine legnosa ed arborea - ovvero le bobine di carta e la cartiera che le produce - dalla loro origine fino al loro ingresso in stabilimento, e da qui lungo tutto il percorso che va dallo stoccaggio all’impiego finale in rotativa. «Il certificato si ottiene a seguito di attente verifiche effettuate dagli specialisti dell’organismo di certificazione indipendente – prosegue Calzoni –, che attestano non solo gli aspetti materiali della gestione dei prodotti di consumo, ma anche il flusso di informazioni amministrative che accompagnano ogni bobina».
La certificazione Pefc 2022 non è la prima che ottiene il Centro stampa quotidiani di Erbusco: «La gestione della carta secondo rigidi principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, non solo è parte del nostro Dna etico che si riflette nel nostro codice di condotta aziendale – spiega Dario De Cian, direttore generale del Csq –; questa certificazione è uno strumento molto utile anche nel lavoro di stampa. La sensibilità verso l’ambiente e l’impegno a trasferire alle generazioni future una natura sempre più pulita e vivibile fa proseliti. La visibilità del marchio di salvaguardia delle foreste è molto interessante per i nostri clienti, che apprezzano e condividono il nostro impegno».
Il certificato Pefc può essere stampato sulle testate prodotte in stabilimento, certificando che anche il prodotto editoriale finale è «a norma di sostenibilità verde», ovvero tutela le foreste mondiali e italiane. Ad oggi le testate prodotte al Csq che ne fanno uso sono una trentina e i numeri sono in crescita. «C’è poi anche il caso di nuove commesse, editoriali e commerciali, che fanno specifica richiesta della certificazione Pefc – dice ancora De Cian -. Considerata la mole di lavoro, e la diversificazione dei prodotti che escono dalla doppia linea di stampa – analogica e digitale – dello stabilimento, la certificazione Pefc è un ottimo investimento: lavorare difendendo l’ambiente naturale fa bene a tutti, allo stampatore, all’editore, alla società, ed anche alle foreste».
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