Cronaca / Lecco città
Martedì 27 Marzo 2018
Lavoro, la ripresa c’è
ma è ancora debole
Chi esporta cresce bene e assume ma tante aziende ancora non sono uscite dalla crisi. I numeri ci sono ma la qualità dei contratti è bassa
Una ripresa economica ancora debole, disomogenea a seconda dei settori e, dentro a uno stesso settore, diversa fra diverse aziende.
C’è chi cresce a due cifre, ed è soprattutto chi esporta, e chi ancora fatica ad entrare nelle statistiche delle imprese che hanno finalmente superato la crisi. E l’occupazione va di conseguenza: i numeri ci sono ma la qualità dei contratti lascia ancora a desiderare, visto che lo stesso sistema Excelsior certifica la forte prevalenza fra le imprese lecchesi di assunzioni con contratti a termine e a part time, al netto delle richieste volontarie provenienti da donne, come ci ha detto di recente il dirigente del settore lavoro della Provincia.
Ma tant’è: la ripresa è mediamente debole e le imprese restano prudenti, secondo il quadro che nei dati emerge anche da un’elaborazione della Uil del Lario sul mercato del lavoro lecchese durante l’intero 2017.
Nell’arco dell’anno, spiega lo studio della Uil su base di dati Istat, l’anno scorso in provincia di Lecco si sono registrati 1.349 occupati in più rispetto al 2016, pari a una crescita dello 0,94% nella quale ad incidere positivamente è l’occupazione femminile, che segna 887 unità in più contro le 462 in più dei maschi.
«Anche i dati relativi alla disoccupazione – afferma in una nota il segretario generale della Cisl del Lario, Salvatore Monteduro, che segue personalmente l’elaborazione delle statistiche - fanno evidenziare per la provincia di Lecco una ripresa occupazionale, con diminuzione dei soggetti in stato di disoccupazione (-900 unità) e un tasso al 5,27%, in leggero calo (-0,58%) rispetto al 2016».
In totale i disoccupati nel 2017 segnano quota 8.418 persone, un dato che vede il territorio ancora lontano dall’anno di inizio crisi, quando, nel 2008, i disoccupati totali erano 4.920 e il tasso di disoccupazione il 3,20%: «Aumentano di 229 unità le donne in situazione di disoccupazione – spiega la Uil – e per loro il tasso di disoccupazione è più pesante, pari al 7,63%, lo 0,21% in più sul 2016». Una situazione, quella del lavoro delle donne, che Monteduro definisce «non priva di ambiguità visto che all’aumento dell’occupazione femminile non corrisponde un’adeguata diminuzione della disoccupazione rispetto al 2016», in una difficoltà «del genere femminile ad entrare nel mercato del lavoro che accomuna la situazione di Lecco a quella della vicina Como».
Calano, invece, i disoccupati tra gli uomini (-1.129 unità) per un tasso che si attesta al 3,43% (-1,22% sul 2016).
La buona notizia guardando ai puri numeri sta nel caso di disoccupazione giovanile, che cala di quasi il 4% (3,91%) sul 2016, e in questo caso l’aumento di occupazione giovanile è “più sostanziale” a Lecco rispetto a Como, in una «dinamica favorevole del mercato del lavoro nella quale molto probabilmente – aggiunge Monteduro – hanno inciso alcuni strumenti come Garanzia Giovani e i fondi europei ad essa collegati, e il contratto di apprendistato che fruisce di agevolazioni fiscali. C’è però da sottolineare – aggiunge Monteduro in relazione alla qualità del lavoro giovanile – che la maggior parte dell’occupazione offerta ai giovani è a tempo determinato se non addirittura in forma di tirocinii formativi».
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