Cronaca / Lecco città
Mercoledì 15 Gennaio 2025
Latino dalla seconda media? Secondo
i presidi lecchesi è necessario prima
puntare sulla grammatica italiana
Latino dalla seconda media, musica alle primarie e alle superiori addio a geostoria per ridare centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino agli attuali. Queste le nuove indicazioni nazionali del ministro all’istruzione e merito Giuseppe Valditara, che andranno a rivoluzionare i programmi di studio dall’anno scolastico 2026/2027.
Ed è proprio il ritorno al latino a far discutere, perché se da un lato è sicuramente un punto a favore della preparazione scolastica, dall’altro gli addetti ai lavori preferirebbero puntare innanzitutto su un approfondimenti dello studio della lingua italiana, in un’epoca in cui la comunicazione corre sui social con frasi brevi, spesso senza l’esatta costruzione e con verbi declinati a casaccio. Modalità espressive che si riflettono poi nei dialoghi di tutti i giorni a casa e a scuola.
«Prioritario è avere le idee chiare sulle strutture legate alla lingua italiana - fa notare Maria Luisa Montagna, preside del liceo classico e linguistico Manzoni -, a come si costruisce una frase, all’analisi logica e a quella grammaticale. Oggi spesso gli studenti hanno dei deficit in italiano. Poi quando arrivano al liceo studiano parecchio, imparano e si appassionano sia a latino che a greco».
A lei fa eco Paola Perossi, preside del liceo classico e scientifico Leopardi, che sottolinea. «Prima di tutto punterei ad approfondire lo studio della grammatica italiana, sarebbe bello riuscire a creare un percorso di etimologia, ma serve un metodo di studio che sia nelle corde degli studenti e che usi i loro strumenti».
«Vogliamo trasmettere - ha spiegato Valditara - l’idea della continuità, dello scambio e talvolta della contrapposizione fra antichità e modernità. E ancora, studiare il latino vuol dire andare alle radici della lingua italiana e del significato delle parole. Abbiamo disegnato il cammino di bambini ed adolescenti dai 3 ai 14 anni, insomma il percorso dall’infanzia alle medie».
Tra gli esperti che hanno lavorato in questi mesi al progetto ci sono storici come Ernesto Galli della Loggia, latinisti come Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, letterati come Claudio Giunta, musicisti quali Uto Ughi e figure di spicco del mondo artistico.
«Il latino è la nostra lingua e l’introduzione dello studio alle medie permette a mio parere di avere delle basi migliori - rimarca Raffaele Cesana, docente distaccato all’Ufficio scolastico provinciale e responsabile dell’orientamento -. Si deve però trovare il modo per invogliare allo studio,per coinvolgere utilizzando modalità moderne che non sono più solo quelle della lezione frontale».
Le nuove linee di Valditara prevedono anche l’insegnamento della letteratura fin dalla prima elementare, rafforzando l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche. Si partirà con prose e poesie anche a memoria, torneranno pure le filastrocche e gli scioglilingua tanto cari alle passate generazioni.
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