Cronaca / Lecco città
Domenica 22 Ottobre 2017
L’Ape sociale
A Lecco tante bocciature
In linea con l’andamento nazionale respinto quasi il 70% delle 444 domande all’Inps. Il patronato Inca-Cgil: «La normativa è molto rigida sui criteri che sono stati applicati in modo burocratico»
Anche a Lecco piovono risposte negative da parte dell’Inps sulle domande di uscita anticipata dal lavoro avanzate da disoccupati e addetti a lavori gravosi. Perciò se si otterrà il riesame bisognerà metter mano a circa il 70% delle richieste “bocciate” dall’Istituto sulla base dei requisiti stabiliti dal relativo decreto di Governo.
Fra Ape sociale e Ape per lavoratori precoci erano state in totale 444 le domande presentate dalla provincia di Lecco all’Inps entro lo scorso 15 luglio, risultato di una prima scrematura, realizzata in buona parte realizzata dai patronati sindacali, di un affollamento di richieste che spesso erano al disotto dei requisiti d’accesso.
Il boom di domande comunque c’era stato e ora la risposta sta in una valanga di respingimenti, di cui l’Inps nazionale ha diffuso i dati.
Su 39.721 domande di Ape sociale ne sono state accolte 13.601, mentre 25.895 sono state respinte e 425 sono in istruttoria. Sui precoci ci sono state 26.251 domande, di cui 7.356 accolte, 18.411 respinte e 484 ancora in istruttoria. In definitiva è stato respinto il 64,89% delle richieste di Ape social e il 70,13% per i precoci.
Si apre dunque il riesame dell’Inps (da chiedere entro 30 giorni dalla risposta negativa) delle domande scartate, a seguito di indicazioni ministeriali che il 13 ottobre, dopo che l’Istituto aveva chiesto chiarimenti sull’interpretazione del decreto, chiedevano una maggior flessibilità di applicazione.
Inoltre, vista la quota di non ammessi in prima istanza, si riaprono i termini di presentazione delle domande entro il 30 novembre. Secondo la normativa, se i fondi non finiscono con le domande presentate entro il 15 luglio potranno essere utilizzati per le nuove domande. Ma vista la percentuale di respingimenti il rischio di mancanza di fondi sembra proprio non esserci.
Al patronato Inca-Cgil le domande respinte sono state il 61% del totale. Con 57 domande di Ape sociale e 156 per lavoratori precoci, quelle accolte sono state 73, contro 140 respinte. Sono state maggiormente accolte le istanze dei lavoratori invalidi al 74% o che assistono un parente entro il primo grado, sia per Ape che per precoci, mentre sono state respinte 49 domande di disoccupati e 64 per lavori gravosi.
«Il dato sconfortante delle domande respinte – commenta la responsabile del patronato, Cinzia Gandolfi - rispecchia ciò che viene denunciato a livello nazionale. La normativa fatta è già di per sé molto rigida sui criteri che Inps ha applicato in modo altrettanto rigido e burocratico, escludendo di fatto, almeno in questa prima parte, la maggior parte dei potenziali beneficiari. L’Italia – aggiunge - ha avuto la presunzione di emanare una legge che consentisse, attraverso i canali telematici, di incrociare dati tra i vari istituti e di gestire come un Paese ’normale’ questa normativa. Salvo scontrarsi con archivi vecchi ed obsoleti dei vari enti, con comunicazioni mai inviate o mal registrate che hanno evidenziato uno struttura pubblica che a livello telematico non può dirsi degna di essere in Europa».
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