Cronaca / Lecco città
Lunedì 09 Maggio 2016
La Regione visita la Icam
«Presto tutti a Orsenigo»
Porte aperte nel nuovo stabilimento della Icam di Orsenigo, visitato dal vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala
Porte aperte nel nuovo stabilimento della Icam di Orsenigo, visitato dal vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala. Il direttore industriale dell’azienda Antonello Ercole ha mostrato tutte le fasi della produzione, dall’arrivo delle fave di cacao al confezionamento delle barrette di cioccolato.
«Questa è un’eccellenza lombarda a livello mondiale - ha detto Sala - attenta a ogni singola fase della produzione, dalla coltivazione del cacao affidata a cooperative solidali in America Latina e in Africa fino alla continua ricerca nel campo dell’innovazione». Alla visita hanno partecipato anche il presidente del Parco Valle Lambro, Eleonora Frigerio, il suo vice Alfredo Viganò e il sottosegretario regionale Alessandro Fermi.
Il direttore industriale ha ripercorso le ultime tappe della storia della Icam. «Il trasferimento da Lecco nella nuova sede di Orsenigo - ha raccontato Ercole - è partito nel 2010: 270 dipendenti sono già qui, altri 40 sono ancora a Lecco ma ci raggiungeranno entro un anno. Il trasloco ha comportato anche l’acquisto di nuovissimi macchinari, non abbiamo tenuto quasi nulla dei vecchi strumenti».
L’innovazione e la ricerca, per Icam, sono una costante premiata dai risultati finanziari. «Nel 2015 abbiamo chiuso con un fatturato di 135 milioni di euro, la produzione è stata pari a 28mila tonnellate di cioccolato. Serviamo grandi produttori come piccoli artigiani pasticceri: metà della produzione resta in Italia, metà viene esportata».
Icam è fortissima nel Regno Unito: «Gran parte del cioccolato che mangiano gli inglesi è prodotto da noi e viene commercializzato da colossi quali Tesco e Morrisons. Esportiamo molto bene in tutto il Nord Europa e negli Stati Uniti, dove apprezzano il cioccolato biologico». L’attenzione alla qualità è un mantra per Icam, ogni prodotto che esce dallo stabilimento è tracciabile per i successivi cinque anni.
«Siamo attenti alla qualità, ma anche alla sostenibilità. Il cacao arriva a Orsenigo, passando per il porto di Genova, da diverse coltivazioni sparse nell’America Latina e in Africa: tutte sono gestite da cooperative, ne abbiamo una a Santo Domingo e una in Uganda che lavorano esclusivamente per noi».
Niente va sprecato: gli scarti delle fave di cacao finiscono alle industrie farmaceutiche per la produzione delle creme, mentre i prodotti che si avvicinano troppo alla data di scadenza vengono inviati ogni settimana al banco alimentare.
Senza sosta è la ricerca di nuove ricette, per soddisfare il palato del mercato italiano e di quello estero.
Del resto le coltivazioni sparse per il mondo garantiscono fino a venti qualità di cacao diverse, che sono alla base di numerose possibili combinazioni.
Determinante al fine della qualità è il lavoro di trenta assaggiatori certificati da un organismo esterno: si tratta di dipendenti della Icam che svolgono anche questa attività, dando voti alle barrette di cioccolato prima che escano dallo stabilimento.
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