La produzione artigiana

è ancora sotto ai livelli pre crisi

LECCO

Il settore nel terzo trimestre dell’anno a livello regionale ha segnato una flessione dello 0,3% della produzione nel terzo trimestre di quest’anno rispetto al secondo e un rallentamento della crescita (+0,8%), con una crescita media dei primi tre trimestri dell’1,1%, contro l’1,3% del 2015. L’indice della produzione delle aziende artigiane si ferma a quota 70,8 (base anno 2005=100), ben lontano da quota 100 e di 6 punti sotto il massimo post crisi registrato nel 2011.

Siderurgia (-6,7%), gomma-plastica (-2,8%), carta-stampa (-1,2%) e tessile (-0,6%) sono i quattro settori negativi per l’artigianato. Sette invece i settori in crescita: alimentari (+1,8%), meccanica e pelli-calzature (+1,4%), minerali non metalliferi (+1,3%), manifatture varie (+0,3%), abbigliamento e legno arredo (+0,1%). Fra le aziende artigiane la quota di quelle in crescita è del 41%, mentre le aziende in contrazione sono il 34%. Cresce e tocca il 30% la quota delle imprese in forte contrazione.

Alla presentazione dei dati, mercoledì scorso in Unioncamere a Milano, in rappresentanza di tutte le associazioni artigiane Mario Berrini, presidente di Casartigiani Lombardia, ha ricordato come una serie di fattori economici e geopolitici globali incidano in parte sui risultati della manifattura delle pmi. Ma c’è dell’altro: «I dati sull’occupazione - ha detto Bettini - cartina di tornasole della salute dell’economia, segnano un -0,1% Di per sé nulla di drammatico, se non fosse che ci lasciamo alle spalle quattro trimestri consecutivi di crescita legati soprattutto a Expo e agli incentivi statali».

L’instabilità politica di un Paese che ha collezionato 60 Governi dal secondo Dopoguerra e «le banche che, nonostante gli aiuti di Draghi - afferma Bettini - continuano a fare muro» piegano anche le idee imprenditoriali più innovative.