La folla sui monti
e le code al rientro
Sembrava estate
Notevole afflusso di gente in quota e non. Ristoranti e bar pieni, per non parlare dei rifugi. In serata incubo traffico lungo le statali 38 e 36
Quasi come d’estate. Tanti, tantissimi, i turisti che hanno deciso di trascorrere il fine settimana in Valtellina e Valchiavenna, approfittando dell’ultimo fine settimana in cui gli spostamenti erano consentiti. Da oggi, infatti, la Lombardia è in zona arancione, con tutte le restrizioni che ne conseguono.
E se nelle grandi città, Milano in primis, i giovani e non solo si sono “sfogati” con comportamenti assolutamente lontani dalle disposizioni anti Covid, assembramenti e vere e proprie discoteche a cielo aperto, dove le mascherine erano un optional, in provincia di Sondrio questi fenomeni non si sono registrati, ma è impossibile negare che il movimento di residenti in cerca di spazio e libertà, turisti o proprietari di seconde case sia stato davvero notevole, di dimensioni estive, appunto, come confermano dalle principali località turistiche.
«Chiesa in Valmalenco è “full”, c’è il gran pienone» commenta il sindaco Renata Petrella, e anche dall’Alta Valtellina arrivano risposte simili. «Il paese è affollato - afferma Roberto Volpato, primo cittadino di Bormio - e anche il traffico veicolare, da e per Livigno, è notevole».
Il sindaco di Livigno, Damiano Bormolini, però sottolinea che «si registrano meno presenze rispetto ai passati fine settimana» Il vice sindaco di Valfurva, Luca Bellotti, sottolinea poi che da almeno tre fine settimane «arriva parecchia gente, sia per passeggiate che per ciaspolate»
Infortuni
Ovviamente non potevano mancare gli infortuni: due gli interventi del soccorso alpino ieri in Valmalenco. Il primo alle 14 all’Alpe Campagneda, per soccorrere una donna che aveva riportato un trauma a un ginocchio mentre praticava sci d’alpinismo. Il secondo alle 15.30, per soccorrere una famiglia, composta dai genitori e da due bambini, che aveva perso l’orientamento. Da Lanzada stavano salendo verso il Rifugio Motta ma poco al di sotto del rifugio hanno perso il sentiero a causa della neve. I soccorritori li hanno raggiunti, messi in sicurezza e poi accompagnati a valle con la motoslitta.
In città anche ieri tanto movimento, con bar e ristoranti presi di mira per l’ultimo pranzo o l’ultimo aperitivo al tavolino prima delle nuove chiusure. Per non dire di ristoranti e rifugi, pieni in tutta la provincia.
Che sarebbe stato un weekend difficile lo si era capito già sabato, quando molte automobili erano salite verso le valli: molti sono poi tornati in giornata lungo le statali 38 e 36 con lunghe cod verso Milano e disagi anche nelle strade urbane, come a Lecco dove sono rimaste quasi paralizzate fino alle 20.
Il calvario
Ieri, ovviamente, è stato ancora peggio: una giornata campale per il rientro verso Milano, Como, Lecco e la Brianza. Il flusso sulla 36 in direzione Milano da intenso poi è pressoché collassato, con automobilisti in coda per ore sia sulla superstrada ( da Mandello verso la Brianza) sia sulla provinciale 72, la vecchia statale che corre lungo il lago. Nè è stato più fortunato chi ha scelto di scendere sulla sponda occidentale del Lario, lungo la Regina, con auto a lungo ferme in colonna e ore di attesa.
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