La Cossi è in vendita
Piace a Salini Impregilo
I commissari pubblicano il bando dell’amministrazione controllata di Condotte spa, l’operazione si può fare ma c’è una clausola milionaria
Condotte vende Cossi. Salini Impregilo la vuole.
Questo in estrema sintesi la notizia apparsa sul sito del “Sole 24 Ore” che ha riferito dell’operazione annunciata dai commissari che dallo scorso 6 agosto si stanno occupando dell’amministrazione straordinaria del colosso Condotte spa che in Italia - almeno sino al 2017 - occupava la terza posizione per fatturato e cantieri. All’asta è così finito l’80% delle quote dell’impresa fondata dal valtellinese Ettore Cossi, leader oggi nel mercato delle gallerie infrastrutturali. Un corteggiamento che potrebbe andare a buon fine, ma c’è una condizione: «L’offerente dovrà impegnarsi a ricapitalizzare la società per 12 milioni di euro e portare la disponibilità incondizionata di una “primaria banca” a fornire una fideiussione da 2 milioni di euro idonea a garantire l’impegno dello stesso acquirente circa il mantenimento dell’occupazione di Cossi e della controllata Mosconi per almeno due anni».
I tempi sono ristretti. L’offerta andrà presentata entro le 12 di lunedì 14 gennaio.
Già prima dell’avvio dell’amministrazione straordinaria si era fatta avanti Salini Impregilo con un’offerta simbolica, e le trattative con i vecchi amministratori si erano arenate, lasciando Cossi con il fiato sospeso e quello dei suoi creditori sul collo. Erano i mesi “caldi” della statale 38: i lavori erano in dirittura di arrivo, ma il mancato saldo degli stati di avanzamento da parte di Anas (dovuto a una serie di condizioni che avevano creato una sorta di spirale senza via d’uscita per l’azienda) aveva lasciato l’impresa valtellinese a sbalzo, tanto che per poter concludere il cantiere fu necessario l’intervento politico - su Roma - e quello bancario su Sondrio (fondamentale il ruolo svolto dalla Bps).
Salini Impregilo ha ripresentato l’offerta ai tre “commissari” (Giovanni Bruno, Alberto Dello Strologo e Matteo Uggetti), che ora metteranno all’asta tutte le cessioni (beni, contratti, partecipate). Oggetto dell’offerta è in particolare il 75,01% del capitale sociale di Cossi detenuto da Condotte e il 4,99% detenuto da Ferfina (ex holding di controllo di Condotte, anch’essa in amministrazione straordinaria dal 5 dicembre scorso).
Il restante 20% rimarrà in mano al socio storico Renato Cossi (63 anni) che riuscirà - se l’operazione dovesse andare in porto - a “liberarsi” di un rapporto che si era ormai logorato e che lo ha costretto in passato a lasciare il suo quartier generale a Sondrio - ridotto oggi a un mero ufficio di rappresentanza - per trasferirsi nella Capitale (con annessi licenziamenti in Valle).
Cossi ha fatto negli anni scorsi un fatturato medio di 120-130 milioni di euro, con circa 200 persone medie occupate (con punte massime nell’ultimo triennio di 400 dipendenti), la stragrande maggior parte dei quali è valtellinese. Ha realizzato insieme a Impregilo importanti lotti della Salerno-Reggio Calabria, ed è specializzata in gallerie e in generale infrastrutture (strade, ferrovie). Ha firmato anche importanti opere anche oltre confine, aggiudicandosi (assieme a Lgv, società sempre controllata da Cossi, e con Condotte spa) appalti in Svizzera, tra i più importanti d’Europa. Da non dimenticare poi la realizzazione della variante di Morbegno (280 milioni di euro, opera che tra l’altro era passata a Cossi dopo la crisi di Tecnis) che ha consentito di garantire risparmi sulla basa d’asta che saranno di fondamentale importanza per la realizzazione della tangenziale di Tirano.
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