Cronaca / Lecco città
Lunedì 07 Settembre 2015
La Coldiretti di Lecco e Como
«Difendiamo il made in Italy»
Al Brennero per partecipare alla manifestazione nazionale
Trezzi: «L’Europa non ci tutela e così mette a rischio tante nostre imprese»
Da Lecco e Como alla frontiera del Brennero per difendere il made in Italy agroalimentare.
Lunedì 7 settembre, migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti dalle diverse Regioni, con un’ampia rappresentanza lecchese e comasca, hanno presidiato il valico del Brennero per denunciare «gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea - si legge in una nota - che favoriscono le speculazioni che stanno provocando l’abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia e sull’ambiente».
La delegazione delle due province era guidata dal presidente Fernando Fortunato Trezzi e dal direttore Francesco Renzoni. Il campo base era stato fissato all’area di parcheggio “Brennero” al chilometro dell’autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia).
«Sotto accusa – dicono Trezzi e Renzoni - è un’Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori. Autobotti, camion frigo, container saranno verificati senza tregua dagli agricoltori per smascherare il “finto made in Italy”, dai prosciutti ai pomodori, ma anche il commercio di surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi al posto del latte vero senza indicazioni in etichetta. Dall’inizio della crisi sono state chiuse in Italia oltre 172000 stalle e fattorie ad un ritmo di oltre 60 al giorno, con effetti drammatici sull’economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale».
Coldiretti ricorda che in assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti, la concorrenza sleale è insostenibile con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione con la drammatica chiusura delle aziende e senza alcun beneficio per i consumatori, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti. L’iniziativa al Brennero si è tenuta in contemporanea alla mobilitazione dei giovani agricoltori della Coldiretti a Bruxelles.
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