Kickboxe e riscatto: la lezione ai carcerati dei fratelli Pertosyan

La Casa circondariale di Lecco ha ospitato venerdì sera un incontro con i fratelli Giorgio e Armen Petrosyan, campioni mondiali di kick boxing, ed il mental coach Giovanni Tavaglione, fondatore di Ira (Inner Rainbow Academy).

L’appuntamento ha visto la partecipazione di numerosi detenuti a cui i fratelli Petrosyan hanno raccontato la loro storia di fatica e sacrifici per arrivare al successo. All’incontro, voluto dalla direttrice della Casa circondariale Luisa Mattina, hanno partecipato anche Roberto Nigriello, presidente del Consiglio comunale di Lecco, Emanuele Manzoni assessore al welfare, Emanuele Torri, assessore all’educazione e allo sport, Lucio Farina, garante dei diritti dei detenuti, don Marco Tenderini, cappellano del carcere, e don Mario Proserpio.

Ha introdotto l’incontro la direttrice Luisa Mattina, che ha sottolineato l’importanza di un confronto con due campioni di sport, che sono stati tali anche nella vita: «Dobbiamo capire che nelle nostre esistenze contano la passione e il sacrificio con cui affrontiamo le nostre scelte. La storia dei fratelli Petrosyan s’intreccia con lo sport che per loro ha voluto dire scegliere la disciplina e la lealtà. Dobbiamo imparare a scegliere rimanendo nella legalità e fidandoci delle persone giuste. Questa sera vogliamo anche mostrare a tutti lo spaccato di una realtà carceraria positiva ed il merito di tutto questo va al personale che qui lavora con coscienza e dedizione».

Intervistati da Marina Speich, giornalista del settimanale Grazia, i fratelli Petrosyan hanno raccontato la loro storia, iniziata nel 1999, quando il padre decide di lasciare l’Armenia e fugge con la famiglia in Italia. «Siamo scappati in camion ed abbiamo impiegato quindici giorni per arrivare a Milano. – ha esordito Giorgio Petrosyan – Non avevamo niente e siamo andati prima a Torino e poi a Gorizia, dove finalmente la nostra vita è cambiata grazie alla Caritas. Personalmente devo tutto a mio padre, che non ha mai cessato di spronarmi per coltivare la mia passione per la kick boxing».

Oggi Giorgio Petrosyan è il kickboxer più forte al mondo nella sua divisione di peso avendo vinto un numero esagerato di titoli mondiali, ma non ha dimenticato da dove viene, così come suo fratello Armen, anche lui pluricampione nello stesso sport: «Io sono quel che sono grazie a Giorgio ed al suo esempio. All’inizio è stata dura ma oggi siamo orgogliosi di rappresentare l’Italia nel mondo». La sintesi finale è tutta nelle parole di Giovanni Tavaglione: «I fratelli Petrosyan hanno una storia straordinaria. Con i loro sacrifici hanno saputo trasformare il fango in oro».

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