Istigazione alla violenza
Rapper indagati a Lecco
Uno è di Sondrio

I loro video, girati anche a Lecco e Calolzio, spopolano sul web ma per la polizia istigano reati. Vengono mostrate armi: pistole, mitragliatori e mannaie

Video su YouTube o Instagram con quasi un milione di visualizzazioni. Prodotti tutt’altro che casalinghi, basta vederne pochi minuti per accorgersi che dietro c’è una produzione professionale. Peccato che nelle loro canzoni rap, i ragazzi del gruppo denominato “Baby Gang” inneggino alla violenza, all’uso della droga, con parole tutt’altro che da educanda nei confronti delle forze dell’ordine. In bella vista, armi di ogni tipo: revolver, fucili mitragliatori, mannaie. Testi e immagini che li hanno messi nei guai.

La scorsa notte, la Polizia di Stato di Lecco, con il supporto dei colleghi delle Squadre Mobili di Milano, Monza, Novara, Varese, Sondrio, del personale della polizia giudiziaria del Commissariato di Treviglio, del Reparto prevenzione crimine Lombardia e di due unità cinofile, ha dato esecuzione a una serie di perquisizioni nei confronti di dieci giovani, tutti tra i 20 e i 27 anni, appartenenti al gruppo, indagati a vario titolo per le ipotesi di reato di porto illegale di armi in luogo pubblico e per apologia di reato.

A seguito di informazioni acquisite dai poliziotti delle Volanti di Lecco, sono stati individuati sui più diffusi social network, da Instagram a Youtube, immagini, video e anche veri e propri videoclip musicali che inneggiano alla violenza ed esaltano lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti. In alcuni casi, fanno bella mostra di sé, nei video, fucili mitragliatori tipo AK 47 e pistole. Alcuni giovani sono immortalati con maceti o altri coltelli di grandi dimensioni.

I videoclip – alcuni risalenti al 2019 ma altri anche molto recenti – sono stati girati in aree pubbliche, alcune della quali in città Lecco, come viale Turati e l’area della Piccola, la stazione ferroviaria di Calolziocorte (il brano “Street”).

Tra le decine di partecipanti ai videoclip, al termine dell’attività di indagine, sono stati identificati cinquanta giovani prevalentemente nati in Italia ma di origine marocchina, senegalese, nigeriana, albanese e burkinabè, quasi tutti con precedenti di polizia o pregiudicati per reati contro il patrimonio, contro la persona e reati inerenti lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Dalle immagini estrapolate dai video sono stati individuati dieci ragazzi con i mano coltelli e mannaie o armi da guerra, sono stati tutti indagati per i reati di porto illegale di armi in luogo pubblico e per apologia di reato.

Tra gli indagati c’è il cantante del gruppo, detto anche “Baby Gang” come il nome del gruppo, da poco maggiorenne, di origini marocchine, nato a Lecco e residente a Sondrio: il ragazzo è alla messa alla prova presso un’associazione di Milano per reati commessi quando era ancora minorenne.

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