Cronaca / Lecco città
Domenica 04 Novembre 2018
«Io massacrato senza un perché»
Cinque a giudizio per la rissa
Tribunale Il pestaggio avvenne presso piazza Cermenati l’11 giugno 2016
La vittima di 24 anni finì in ospedale con la mandibola rotta da un calcio
Quattro giovani a processo a Lecco per la rissa avvenuta l’11 giugno di due anni fa sul lungolago, quando un ventiquattrenne finì all’ospedale con la mandibola rotta da un calcio sferratogli in pieno volto.
Imputati sono Benedetto Parisi, Karim Ibnou Eddine, Yuri Costa (difesi dall’avvocato Aurelio Molteni) e Luciano Giordano (difeso da Marcello Perillo, nell’ultima udienza sostituito in aula da Giulia Consonni).
Una quinta posizione riguarda un ragazzo all’epoca dei fatti non ancora maggiorenne (che tra l’altro avrebbe sferrato il primo pugno) e della cui vicenda giudiziaria si sta quindi occupando il Tribunale dei minori.
La testimonianza
In aula – davanti al giudice Martina Beggio con pubblico ministero Pietro Bassi – si è cominciato a ricostruire quanto accaduto quella notte, con il lungolago particolarmente affollato con una cinquantina di persone a far da corona alla rissa che, secondo quanto raccontato dal giovane finito in ospedale, sarebbe stata una vera e propria aggressione senza alcun motivo.
È stato proprio il racconto della vittima la parte centrale dell’udienza di ieri: «Avevamo preso una birra al chiosco all’angolo di piazza Cermenati e si erano poi seduti su una panchina del lungolago. All’improvviso abbiamo sentito alcune grida provenienti da un’auto, una Lancia Y ferma al semaforo nonostante fosse già scattato il verde. Non sapevamo con chi ce l’avessero. Ci siamo avvicinati all’auto e hanno cominciato a dirci che ci avrebbero picchiati tutti. Due sono scesi e ci siamo messi a parlare, poi è sceso un terzo che ha aperto il baule dell’auto e ha preso una chiave inglese. A un tratto, un ragazzo (il minorenne, appunto, ndr) mi ha tolto la birra dalla mano e mi ha sferrato un pugno. Mi sono girato e mi sono arrivati altri due pugni. Sono finito in acqua e lì hanno continuato a pestarmi. A gattoni tentavo di risalire lungo la riva e ho ricevuto un calcio in faccia che mi ha rotto la mandibola. Ancora oggi ho grossi problemi».
La prossima udienza
Ascoltati anche gli agenti di polizia che si sono occupati della vicenda. Il processo è stato poi aggiornato al 19 febbraio per ascoltare altri testimoni.
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