Inflazione: Lecco è la città più cara della Lombardia

Lecco è la città più cara della Lombardia. L’Istat ha infatti reso noti, nei giorni scorsi, i dati territoriali dell’inflazione di luglio, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la top ten delle città più care, tanto d’Italia quanto regione per regione, in termini di aumento del costo della vita. Non solo, quindi, delle città capoluogo di regione o dei comuni con più di 150 mila abitanti, ma di tutte le città monitorate dall’Istat.

Lecco si trova al quattordicesimo posto nella classifica italiana e al primo posto delle città più care in Lombardia: 1,6% l’inflazione annua registrata a luglio con un rincaro annuo per famiglia media di 420 euro. Tra le voci che hanno subito variazioni percentuali tendenziali più alte, a luglio di quest’anno, ossia variazioni percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente, in questo caso luglio 2023, ci sono i pacchetti vacanza (+19,5%), le assicurazioni (+13%), i servizi d’alloggio (+12,1%); seguono i servizi ricettivi e di ristorazione (+6,9%) e i servizi ricreativi e culturali (5,3%). In calo, invece, i prezzi di apparecchi telefonici e telefax (-15,3%), energia elettrica, gas e altri combustibili (-10,7). Dietro la nostra città, Como, con l’inflazione all’1,5% e un rincaro annuo per famiglia media di 419 euro, seguita da Milano al terzo posto (inflazione +1,4% e rincaro annuo di 400 euro). Dopodiché, Mantova, Bergamo, Varese, Brescia, Cremona, Lodi e Pavia. In testa alla top ten delle città più care d’Italia c’è Siena che, con l’inflazione più alta, +2,6%, registra anche la maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 663 euro a famiglia. Medaglia d’argento per Bolzano, dove il quarto più alto rialzo dei prezzi, +2%, determina un incremento di spesa annuo pari a 579 euro per una famiglia media. Medaglia di bronzo per Rimini che con la terza maggiore inflazione del Paese (ex aequo con Benevento), +2,1%, ha una spesa supplementare pari mediamente a 571 euro annui. Appena fuori dal podio Parma (+1,9%, pari a 516 euro), poi Padova (+1,9%, +488 euro), Trento (+1,6%, +471 euro), al settimo posto Pisa (+1,8%, +459 euro), poi Benevento (+2,1%, +449 euro) e Macerata (+2,2%, +443 euro). Chiude la top ten Pordenone (+1,8%, +440 euro). Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, nessuna città è in deflazione. Al primo posto ancora una volta Biella, che però segna una variazione dei prezzi nulla su luglio 2023, mentre a giugno era -0,4%. Medaglia d’argento per Campobasso (+0,3%, +62 euro), seguita da Caserta (+0,4%, +86 euro). Bene anche Ancona e Pavia, rispettivamente quarta e quinta. In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +1,8%, la più alta d’Italia tra le regioni, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 512 euro su base annua. Segue il Friuli-Venezia Giulia, dove la crescita dei prezzi dell’1,7% implica un’impennata del costo della vita pari a 402 euro, terzo il Veneto (+1,6% e +399 euro). Le regioni migliori, anche se non più in deflazione, il Molise (+0,3%, pari a +62 euro), la Valle d’Aosta (+0,5%, +130 euro), in terza posizione la Basilicata, +0,7%, +147 euro.

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