Cronaca / Lecco città
Giovedì 02 Marzo 2017
In Finder Pompe
annunciati 39 esuberi
La multinazionale Usa proprietaria della ditta di Merate ha annunciato la chiusura del reparto officina, il sindacato: «Una decisione improvvisa, l’ultimo incontro con l’azienda l’avevamo avuto a fine gennaio»
Doccia gelata per i lavoratori di Finder Pompe, che si sono sentiti comunicare dall’azienda 39 licenziamenti collettivi su un totale di 138 dipendenti.
«Appena ricevuta la notizia - ci dice Lorena Silvani della Fim-Cisl - si è svolta una drammatica assemblea, in cui è uscita la rabbia di chi ha famiglia, mutuo e figli e si vede crollare il mondo addosso. Ora - aggiunge la sindacalista - il nostro compito è ottenere un incontro, subito richiesto, con l’azienda e trovare le migliori soluzioni per i lavoratori».
Ad essere licenziati sono i lavoratori dell’officina meccanica, cuore produttivo dell’azienda oggi al 100% di proprietà della multinazionale americana Dover Corporation, che cesseranno il lavoro entro 120 giorni, come prevede la legge sui licenziamenti collettivi. Per l’azienda la delega alle relazioni sindacali è di Maurizio Marmo, che per ora non ci rilascia dichiarazioni.
Da martedì i lavoratori sono in mobilitazione con un’ora di sciopero a fine turno e la previsione di 4 ore di sciopero nella giornata in cui (forse martedì ) si terrà l’incontro in Provincia fra azienda e sindacati. L’azienda produce pompe industriali per l’oil&gas e il calo globale degli investimenti nel settore che è seguito al crollo del prezzo del petrolio sta alla base, ci dice il segretario generale della Fiom Diego Riva, «delle perdite di fatturato registrate da Finder Pompe nel 2014, 2015 e proiezione di tendenza simile anche sul 2016».
I sindacati, ci dicono Fim e Fiom, conoscevano le difficoltà che l’azienda comunicava in incontri periodici escludendo però che vi fossero in vista licenziamenti. «Nel comportamento aziendale - afferma Domenico Alvaro della Fiom-Cgil - ci sono due aspetti negativi. Primo, l’azienda non ci ha preavvisato sulle intenzioni di licenziare, negandoci così di avviare un confronto alla ricerca di soluzioni condivise. Secondo - aggiunge il sindacalista - ogni tre mesi abbiamo sistematicamente svolto incontri con la proprietà, l’ultimo dei quali il 31 gennaio. Sapevamo dell’esistenza di qualche difficoltà ma, su precisa domanda, a fine gennaio ci è stato risposto che non ci sarebbero state ripercussioni sull’occupazione».
Poi, la decisione di questi giorni, che corrisponde a un film già visto in Finder Pompe, quando a fine 2015 con le stesse modalità era stata chiusa la filiale di Lucca. «Il management italiano - ci dice il segretario generale della Fim Cisl Giorgio Ciappesoni - esegue le direttive americane. L’aver comunicato che è stata avviata la procedura di licenziamento a cose già fatte lascia pochi spazi di discussione».
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