Cronaca / Lecco città
Martedì 05 Luglio 2016
In casa Lecco tutto tace
Si teme il baratro
Un altro giorno è passato senza la firma sul contratto di cessione, situazione sempre più ingarbugliata, da lunedì sono aperti i termini per l’iscrizione al campionato, i documenti vanno depositati entro le 18 di lunedì 11
Nessuna nuova non è una buona nuova. Anzi. Ieri silenzio totale dalle parti di via don Pozzi.
Impossibile raggiungere il socio unico, nominato il 21 giugno, Sandro Meregalli. Non ha mai risposto. La speranza è che non l’abbia fatto perché impegnato nelle ultime trattative, negli ultimi adempimenti. Ma un dato di fatto c’è: ieri mattina nessuno si è rivolto allo studio Micheli. E così pure nel pomeriggio. Insomma, nessuna firma, nessun atto di cessione. E le speranze che erano già ridotte al lumicino sembrano spegnersi con il silenzio calato su questa tragedia sportiva. Pronti a essere smentiti, nero su bianco, da una firma che diventa di ora in ora più fantomatica.
L’unica realtà è che Sandro Meregalli è amministratore unico e, in quanto tale, potrebbe operare, con soldi suoi o di chi lo sostiene, per l’iscrizione in serie D i cui termini si sono aperti proprio ieri e si chiuderanno lunedì 11 alle 18. Ma la situazione è complicata. Anche ammettendo, ma non ne siamo certi, che i soldi ci siano, attualmente non potrebbero transitare sui conti della Calcio Lecco che dovrebbero essere stati bloccati dall’indagine in corso sull’aumento di capitale. Lo stesso capitale dovrebbe essere ricostituito. Ma se qualcuno, oggi come oggi, decidesse di (ri)mettere i 250mila euro di capitale della Srl, in quello stesso istante arriverebbe Equitalia a pignorare i soldi, visto il credito che vanta nei confronti della Calcio Lecco. Insomma: o si paga il debito Equitalia (o lo si “spalma” dopo aver dato un cospicuo acconto sulla cifra totale mancante), o non si va avanti. Dopo aver sbloccato la pratica Equitalia, c’è ancora il capitale da ricostituire, poi i circa 50mila euro da versare tra fidejussione e iscrizione. Insomma, una montagna di adempimenti. Tutti costosi.
Certo, Meregalli, se avesse i soldi, potrebbe fare tutto questo da solo, senza che intervenga nessuna cessione. Non ce n’è bisogno, ha i poteri per andare avanti. Ma non ha mai detto, l’amministratore unico, di poter provvedere da solo a questi pagamenti per cui, per deduzione, presumiamo non possa mettere sul banco i primi 400-500mila euro necessari per ripartire. Senza contare gli stipendi ancora da saldare (100mila euro?) e i vari conti della serva in giro per Lecco. Una situazione esplosiva che il silenzio di ieri non aiuta di certo a disinnescare. Frigerio l’ha sempre detto: il Lecco non giocherà a settembre. A ogni ora che passa questo “vaticinio” appare sempre più credibile e probabile. Le ore passano e di svizzeri, russi, armeni, manco l’ombra. A meno che oggi non spuntino dal cilindro…
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