Cronaca / Lecco città
Domenica 27 Dicembre 2020
“Imprese Lecco”
La rivista per ripartire
Nuovo numero Il magazine con le classifiche delle 400 aziende top in provincia di Lecco. Focus dedicato al post Covid con le interviste (Grumo, Grecchi, Nocentini) e il profilo di 33 realtà di eccellenza
Un anno drammatico alle spalle, una prospettiva incerta eppure, ad alimentare la fiducia, c’è la voglia di sfidare il cambiamento che si avverte, trasversale, tra le imprese lecchesi. Ed è proprio la dimensione del cambiamento, in vista del nuovo mondo post Covid, il grande tema messo a fuoco dal nuovo numero di “Imprese”, il magazine in edicola con La Provincia di Lecco (il prezzo è di 3,50 euro più il quotidiano).
Un numero ricco di numeri - al solito troverete le classifiche con le 400 aziende top della nostra provincia in base ai risultati relativi allo scorso anno, divise in relazione ai principali indicatori di bilancio e ai settori in cui operano - ma anche di opinioni (le interviste a Manuela Grecchi, pro rettore del Polo di Lecco del Politecnico, e al docente della Cattolica Marco Grumo; l’intervento di Tito Nocentini, direttore Lombardia di Intesa Sanpaolo) e di storie con il profilo di 33 imprese di eccellenza. Un magazine di 194 pagine, al solito con la traduzione in inglese per sottolineare, anche nei particolari, la vocazione internazionale di un territorio che combina le eccellenze del metalmeccanico, con un settore alimentare in crescita costante, con realtà uniche nel mondo delle costruzioni e dell’informatica.
Una sfida editoriale vinta che è anche un segnale di fiducia nella ripartenza. «Mai come quest’anno è servita un’impresa per fare impresa - scrive nel suo editoriale, il direttore de La Provincia, Diego Minonzio - Nessuno, ma davvero nessuno, avrebbe mai potuto neanche lontanamente immaginare un anno così devastante per le nostre aziende, per i loro titolari, i loro dirigenti e tutti i loro addetti e collaboratori. Ma nessuno che possa definirsi intellettualmente onesto ha dubitato neppure un attimo di quanto orgogliosa e feroce sarebbe stata la reazione del tessuto produttivo lecchese a questa catastrofe planetaria. E così è stato».
Ci aspettano grandi trasformazioni: «Questa crisi non si cura con dei cerotti - dice il professor Grumo - Non è più tempo di dare a cittadini e imprese solo risposte di breve periodo. L’economia e la società sono di fronte a una sfida epocale con tanti punti non reversibili, occorrono ricette micro per affrontare l’emergenza, ma soprattutto c’è necessità di interventi macro e di lungo periodo. Con un impegno da parte delle imprese: cambiare cultura e darsi un progetto di qualità, altrimenti, a crisi e ristori finiti, un’azienda con un progetto di qualità e un’azienda senza, avranno destini molto diversi».
Quali cambiamenti per le nostre imprese? «Credo che l’emergenza ci lasci in eredità più opportunità che problemi – commenta il pro rettore del Polo di Lecco del Politecnico, Manuela Grecchi -. Con le aziende abbiamo portato avanti una serie di attività anche di formazione e riflessione su diversi temi, confermando la disponibilità del Politecnico nei confronti del tessuto produttivo. Ogni azienda individuerà il modo migliore per ripartire e io sono fiduciosa che ci riusciranno, perché Lecco è già uscita dalla precedente crisi dimostrando il proprio carattere. Ci saranno situazioni differenziate, bisognerà capire e interpretare fenomeni e dati».
Una grande sfida in cui decisivo il ruolo delle banche:
«È sicuramente prioritario in questo momento ripristinare la fiducia, fondamentale per stimolare la domanda e continuare a pianificare investimenti soprattutto in digitalizzazione, innovazione, sostenibilità e qualità, i driver che consentiranno alle aziende di riprendersi più velocemente - scrive Tito Nocentini, direttore Lombardia di Intesa Sanpaolo - la crisi in corso rende necessario confrontarsi con un contesto completamente diverso, ma può portare con sé anche opportunità, facendo esprimere al meglio il potenziale di questo territorio ricco di aziende capaci di resilienza e con importanti competenze e know-how che possono accelerare processi di trasformazione che erano già in corso prima della pandemia».
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