Ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2015 “per la scoperta delle oscillazioni dei neutrini, che ha mostrato che i neutrini hanno una massa”, una delle novità scientifiche più importanti degli ultimi trent’anni. Il professore emerito Arthur McDonald è stato ospite di Elemaster di Lomagna, multinazionale di apparati elettronici di ultima generazione, ma anche del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, dove è stato accolto dal prorettore Manuela Grecchi.
McDonald, insieme ad altri membri della comunità scientifica, oltre a essersi aggiudicato il Premio Nobel, quasi dieci anni fa, ha svolto un ruolo significativo nel progetto Milano Ventilatore Meccanico di Elemaster, dispositivo per la respirazione assistita sviluppato durante la pandemia per soddisfare le urgenti esigenze sanitarie.
«La visita del dottor McDonald evidenzia l’impegno di Elemaster nel promuovere la collaborazione scientifica internazionale e nel promuovere l’innovazione tecnologica – commenta Valentina Cogliati, ceo e presidente di Elemaster - Questo evento riafferma il nostro impegno nell’integrare la ricerca fondamentale con applicazioni pratiche attraverso visite guidate e discussioni di esperti. Il lavoro del professor McDonald è la dimostrazione di come la cooperazione sia fondamentale per raggiungere risultati sorprendenti e rivoluzionari per l’intera umanità».
Il premio Nobel ha partecipato, al campus di via Previati, a una tavola rotonda insieme a relatori di rilievo, tra cui il professor Cristiano Galbiati dell’Università di Princeton, il dottor Filippo Maria Zerbi, direttore scientifico dell’Inaf e il professor Marco Marangoni del Politecnico di Milano. Ad introdurre il dibattito, oltre alla professoressa Grecchi, anche l’ingegner Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio. «Siamo orgogliosi di poter dialogare oggi con il professor McDonald – ha commentato – Siamo felici di poter imparare di più su scienza, ricerca applicata ed esigenze economiche e aziendali. A Confindustria Lecco e Sondrio sono associate 685 imprese che danno lavoro a oltre 37mila addetti. Ci occupiamo di diversi argomenti, tra cui anche la ricerca applicata, e la nostra “famiglia” nasce dalla combinazione e dalla cooperazione tra numerosi attori di natura diversa - con competenze e business case di ogni tipo -, oltre che dalla collaborazione con gli enti del territorio, tra cui l’università a i suoi laboratori», ha ricordato Campanari.
«I neutrini, insieme a elettroni e quark, sono le uniche particelle fondamentali che conosciamo, nel senso che non conosciamo, al momento, costituenti più piccoli – ha spiegato McDonald - Il Modello Standard delle particelle, che regola il comportamento della materia conosciuta, pensava che i neutrini non avessero massa. Le evidenze sperimentali, ottenute analizzando i neutrini emessi dal Sole, mostravano il contrario. Noi, osservando il Sole, siamo riusciti a mostrare che esistono in realtà diversi “tipi” di neutrini – ha proseguito - e che queste particelle sono capaci di “oscillare” tra un tipo e l’altro e che sono dotate di massa». Al termine della tavola rotonda, McDonald ha avuto modo di visitare i laboratori Cosmos e Chrome del Polo di via Previati, eccellenze tutte lecchesi
© RIPRODUZIONE RISERVATA