Cronaca / Lecco città
Venerdì 04 Dicembre 2015
Il mercato Usa attira Lecco
«Un’opportunità»
Le aziende della nostra provincia guardano con rinnovato interesse al Nord America
Il focus principale è stato quello sul mercato Usa, che attrae sempre più anche gli interessi delle pmi lecchesi più avanzate nei processi di internazionalizzazione.
Ma la conferenza che Confindustria organizza a Lecco annualmente sui temi internazionali, ieri, nella sua edizione 2015 dedicata a “Unione Europea e competizione globale”, ha offerto analisi e scenari aggiornati su diverse altre opportunità di mercato e su ciò che fa, e che potrebbe fare di più, Bruxelles per aiutare i processi d’internazionalizzazione.
I relatori
A parlarne, nella tavola rotonda coordinata da Luca Orlando del Sole 24 Ore, c’erano il presidente di Confindustria Lecco Sondrio Giovanni Maggi, il presidente della Banca Popolare di Sondrio Francesco Venosta, sponsor della conferenza, il vicepresidente del parlamento europeo Antonio Tajani e Massimiliano Salini, componente delle due commissioni industria e trasporti del parlamento europeo.
Nei saluti introduttivi Maggi ha ricordato come il volume totale dell’export lecchese superi i 4 miliardi di euro, un quarto del quali diretto in Germania, mercato che «tuttavia - ha detto Maggi - ci preoccupa per i rischi pesanti che potrebbero colpire il nostro indotto per le vicende Volkswagen». La Germania resta dunque importante ma, ha aggiunto Maggi, «non deve focalizzare in modo troppo esclusivo l’attenzione delle nostre imprese». Dal terrorismo alle tensioni in Turchia, fino alla destabilizzazione del Medioriente sono, ha detto Maggi, i nuovi scenari capaci di scompigliare molte previsioni economiche e che si aggiungono a una situazione di crescita debole dell’Italia, che col +0,8% dà un segnale incoraggiante ma non tale da trainare nuova occupazione. All’Europa Maggi chiede una «rete di protezione rispetto a quella concorrenza sleale della Cina, un Paese che finora è stata una grande opportunità per le multinazionali ma che ha decimato sul suo territorio le pmi che pure hanno avuto il coraggio di sperimentare quel mercato decenni fa».
Al centro dell’incontro il trattato di libero scambio fra Ue e Usa (Ttip), che procede al rallentatore, frenato da parti sociali ed economiche che temono un crollo di tutele per diverse produzioni europee, agroalimentare in testa, quindi per l’occupazione.
«Europa protagonista»
Un accordo che secondo Maggi, Tajani e Lanza, «è un’opportunità» che, per Maggi, «permetterà alle nostre imprese aperture commerciali strutturali col mercato Usa». Tajani ha definito il Ttip «una straordinaria opportunità per l’Europa e ciò in primo luogo per ragioni geopolitiche che, grazie a più forti rapporti con gli USA, renderebbe l’Ue protagonista. Non firmare quel trattato, come qualcuno vorrebbe, ci renderebbe solo spettatori. È evidente - ha aggiunto - che nella trattativa ci sia tutela delle pmi europee. Firmare il trattato è giusto anche perchè ciò permette all’agroalimentare italiano di giocare una partita in campo aperto contro le contraffazioni, in un mercato del falso che ha un volume di affari molto superiore a quello degli originali. I nostri prodotti piacciono agli Usa, quindi dobbiamo giocare la partita fino in fondo per portare là i nostri originali».
Per Lanza l’accordo è «fondamentale più per ragioni politiche che economiche in quanto la firma crea un asse occidentale molto forte di partnership, con i due assi Usa-Ue e Usa-Asia».
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