Cronaca / Lecco città
Giovedì 15 Settembre 2016
Il lavoro: i numeri sono un’opinione
«La verità? Serve una ripresa robusta»
Ad ogni nuova statistica si scatena il dibattito sull’efficacia del Jobs act
I sindacati: «Per avere effetti duraturi sull’occupazione bisogna consolidare il trend di crescita»
Dai dati Inps ai dati Istat a pochi giorni di distanza gli uni dagli altri, con due visioni diverse su come stanno andando le cose nel mondo del lavoro.
La scorsa settimana la nota trimestrale dell’Inps riferiva che nel periodo aprile-giugno 2016 le attivazioni dei contratti a tempo indeterminato sono state 392.043, quasi il 30% in meno (29,4%) rispetto all’anno scorso. La causa sta nel crollo degli incentivi del jobs act, che torna a far ritenere più conveniente per le imprese assumere con i contratti di apprendistato (cresciuti del 26,2%) anziché con le tutele crescenti.
Alla certezza dei dati Inps si contrappongono le elaborazioni dell’Istat che in questi giorni ci dice che nel secondo trimestre di quest’anno ci sono stati 439mila occupati in più (+2%) rispetto allo stesso periodo del 2015, con una riduzione di Neet, i giovani che non lavorano né studiano, per 252.000 unità. In aumento (+1,4%) anche il tasso di occupazione (che va al 57,7%) delle persone di 15-64 anni.
Per i sindacati lecchesi l’oggettività dei dati Inps convince più dei dati Istat.
«Il Governo – afferma il segretario generale della Cgil Wolfango Pirelli – prende a riferimento i dati Istat del secondo trimestre, ma sappiamo bene che successivamente, in luglio, l’occupazione è stata in calo. Tuttavia solo un quarto degli oltre 400mila lavoratori in più sono a tempo indeterminato. Quindi riteniamo che non sia valsa la pena fare l’investimento di 20 miliardi di euro sull’intero pacchetto del jobs act, che ha prodotto soprattutto contratti a termine e un’esplosione di voucher. Se si continua a finanziare in modo così corposo l’occupazione questa cresce, ma con effetti di breve durata, e non a caso sono aumentati i licenziamenti, visto che senza articolo 18 ora lo si può fare». Per la segretaria generale della Cisl Lecco e Monza Brianza, Rita Pavan, «se ci sono dati anche parzialmente positivi sull’occupazione non possiamo che esserne soddisfatti, solo che – aggiunge Pavan – come sempre vanno presi con le pinze».
Per la sindacalista non conta tanto discutere su se e quanto abbia funzionato il jobs act quanto capire che «siamo in una situazione di timida e parziale ripresa, da sostenere perché è lo sviluppo, e non le norme, a dare occupazione».
Per Pavan dunque lo sforzo vero da compiere è consolidare i pochi segnali positivi che pure ci sono anche a Lecco, in parte contenuti nell’ultima indagine congiunturale della Camera di commercio: «Non è scontato – conclude Pavan – che ciò abbia effetti duraturi sull’occupazione, perciò invito a fare attenzione – afferma forse riferendosi all’entusiasmo con cui il Governo ha accolto i dati Istat – nel dare valutazioni trionfalistiche senza prima porre le basi per consolidare una ripresa debole e ancora troppo a macchia di leopardo nel Paese».
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