«Il Film Fest è nel cuore dei lecchesi»

Il bilancio Monsignor Davide Milani soddisfatto: «Linguaggi e stili differenti per raccontare la realtà»

Un bilancio più che positivo, quello della quinta edizione del Lecco Film Fest, organizzato da Fondazione Ente dello Spettacolo e promosso da Confindustria Lecco e Sondrio. Una settimana di incontri dedicati al mondo del cinema, dall’1 al 7 luglio, e legati tra loro dal tema “Signora libertà”. Un’edizione, quella di quest’anno, andata bene per diversi motivi, come sottolineato da monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo. «Anzitutto, la partecipazione del pubblico – osserva don Davide – Abbiamo avuto oltre quaranta eventi, tra proiezioni, momenti di parola, dibattiti, incontri, tutti davvero molto seguiti e partecipati, anche quelli che si sono svolti nei giorni feriali, al mattino, o nelle prime ore del pomeriggio. Significa che il festival si è ormai guadagnato un posto nel cuore degli appassionati di cinema di Lecco e del territorio, che hanno scelto di ritagliarsi un momento del proprio tempo apposta per prendere parte alle iniziative».

Anche da parte di artisti e registi intervenuti la risposta è stata ottima: «Tutti loro accolgono sempre lo spirito dell’iniziativa, ossia farsi comunità – spiega don Milani – Una comunità in cui si viene a fare un racconto di sé, non solo a portare la propria arte o il proprio mestiere. Per nessuno è mai solo una performance, c’è ben altro. Si tratta di artisti che decidono di narrare anche la propria persona, trovando interessanti le nostre modalità di lavoro e restando colpiti dall’operato dei volontari e all’attenzione del pubblico. Il festival – prosegue – propone riflessioni di una certa delicatezza, di una certa attenzione e trova un pubblico e degli ospiti corrispondenti».

Il successo della quinta edizione è, naturalmente, frutto dell’evoluzione dell’iniziativa, che è cresciuta, negli anni: «Abbiamo avuto l’intuizione di allargare le tematiche, a partire però sempre dall’argomento principale, ossia la libertà – racconta il presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo – Abbiamo usato linguaggi e stili diversi e c’è anche stata una parte del festival che non è stata vista in città e che ha avuto un significato speciale». Quest’anno, infatti, il Lecco Film Fest è entrato nel carcere di Pescarenico, grazie alla sua direttrice, la dottoressa Luisa Mattina. «Riccardo Milani è stato al carcere con “Grazie ragazzi”, ispirato alla storia vera della prima compagnia teatrale formata da detenuti – ricorda don Davide - Il 3 luglio è stato presentato anche “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo. Abbiamo lavorato sempre sul tema della libertà, ma con gli ospiti del carcere. Più in generale, la risposta è sempre positiva al festival, anche da parte di sponsor, volontari, giovani e meno giovani. Non possiamo che essere soddisfatti».

Neppure il maltempo ha influito su partecipazione e affluenza: “Chi ci conosce, sa che il format è collaudato, in caso di pioggia gli eventi si spostano all’Aquilone – osserva Milani – non è come stare in piazza Garibaldi – zona per cui il festival è pensato - ma è comunque bello e apprezzato, ci sono comunque collegamenti, proiezioni, incontri. Siamo arrivati, quest’anno, ad avere appuntamenti per una settimana di fila, il festival è entrato nel cuore dei lecchesi ed è bello vedere tutto questo successo”.

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