Cronaca / Lecco città
Giovedì 04 Luglio 2024
Il Covid riprende forza. Scade l’obbligo di indossare le mascherine in ospedale
Il Covid ha ripreso forza. Il laboratorio de “Il Sole24 ore” sul Covid, sempre attivo, ci dice che nella settimana che va dal 20 al 26 giugno ci sono stati 2.504 casi, +20,1% rispetto alla settimana precedente (13-19 giugno). Sono 437 i test positivi al coronavirus registrati in Italia mercoledì 26 giugno, ultimo dato giornaliero disponibile. Lo stesso giorno della settimana precedente erano stati 372 (+17,5%). Dal 20 al 26 giugno ci sono stati 21 decessi, +50% rispetto alla settimana precedente (13-19 giugno). Sono 3 le vittime registrate mercoledì 26 giugno, ultimo dato giornaliero disponibile, mentre una settimana prima erano state 3 (+0% in 7 giorni). Dal 20 al 26 giugno il tasso di positività medio è stato del 3%, +18,9% rispetto alla settimana precedente (13-19 giugno). Sono 12.598 i tamponi molecolari e antigenici registrati mercoledì 26 giugno, ultimo dato giornaliero disponibile. Il mercoledì precedente erano stati 13.586. Il tasso di positività è del 3,47% contro il 2,74% di 7 giorni prima (+26,7%). E, sempre dal 20 al 26 giugno, sono entrate in terapia intensiva covid 13 persone, +44,4% rispetto alla settimana precedente (13-19 giugno). Sono 3 i nuovi ricoveri in terapia intensiva registrati in Italia mercoledì 26 giugno, ultimo dato giornaliero disponibile, mentre lo stesso giorno della settimana precedente erano stati 2 (+50%). Anche se i dati, se confrontati anche con i più positivi dell’emergenza Covid, non sono neanche lontanamente paragonabili, è comunque evidente la ripresa dell’infezione. Ma anche il presidente della Commissione nazionale vaccini, il lecchese Carlo Signorelli, smorza i toni e non si allarma: “Il picco estivo c’è sempre stato e ci sarà anche quest’anno. Ma nulla di preoccupante. Il numero dei ricoveri è basso e non desta preoccupazioni. Anche i casi gravi sono relativamente bassi. Ma naturalmente per anziani e fragili dobbiamo conservare le attenzioni del caso: proporre e sostenere la vaccinazione in primis”. Rimane la prudenza, ma non l’allarme, insomma: “Ripeto. Vaccinarsi per le categorie a rischio è ancora la miglior cosa da fare. Anche se non c’è più allarme, c’è però una vigile attesa e ci deve essere un giusto inquadramento della situazione per chi rischia conseguenze dal Covid che possano andare a scompensare la situazione, già critica, di pazienti comorbidi”, conclude il professore. Il vaccino 2024 è indirizzato contro la variante JN.1, dominate con le sue ’derivate. Questo nuovo vaccino ridurrebbe anche la possibilità di subire gli effetti del Long Covid, che può svilupparsi durante o dopo l’infezione acuta e avere una durata prolungata. Si consiglia sempre la doppia vaccinazione, Covid e influenza. Anche perchè dove, come negli Usa, l’attenzione è sempre stata minore rispetto al nostro continente, nel 2023 oltre 75.500 persone sono morte per Covid-19 e più di 44.900 per complicanze dell’influenza. Appare chiaro che il Covid, oramai malattia endemica, non è una semplice influenza, come tanti tendono a banalizzare. Non per tutta la popolazione. Di sicuro, però, come lei miete vittime dove può. Anzi, ne causa molte di più.
Domenica 30 giugno, nel silenzio più o meno generale, o meglio nel disinteresse, è scaduto l’obbligo che tanto aveva fatto discutere anche ai tempi del Covid più duro: quello di tenere le mascherine. Contenuto nella proroga dell’ordinanza del ministero della Salute del dicembre 2023 che prevedeva l’obbligo di indossare le mascherine per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o oncologici, l’obbligo delle mascherine, è decaduto.
Ma Carlo Signorelli - professore universitario di Igiene al San Raffaele ed ex sindaco di Perledo - non è affatto stupito della cosa. Come tanti addetti ai lavori, l’ha sempre difesa, ma mai estremizzata: «Diciamo che la grande novità del provvedimento - spiegav- è che si è tolta la norma generale e si è lasciato agli ospedali la libertà di decidere in base ai rischi specifici se farla utilizzare o meno - dichiara - Con la responsabilità della decisione lasciata nelle mani del direttore sanitario dell’Asst di competenza. Avevamo sempre detto che responsabilizzare i direttori sanitari sarebbe stata la cosa giusta».
E la circolare del Ministero della Salute è chiara in merito: «Si raccomanda ai direttori sanitari, in quanto titolari delle funzioni igienico-sanitarie di valutare l’opportunità di disporre l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei propri contesti».
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