Cronaca / Lecco città
Mercoledì 13 Gennaio 2016
Il cane morì nell’automobile
Una multa da tremila euro
Dal tribunale La pena è stata inflitta ieri a un uomo residente a Roma
Aveva lasciato nella vettura il suo terrier a luglio, caldo arrivato a 41 gradi
Tremila euro di ammenda: è la pena inflitta ieri in tribunale dal giudice dell’udienza preliminare di Lecco a un romano per il reato di maltrattamento di animali, contestastogli dal pm Cinzia Citterio a causa della morte del suo cane, razza staffordshire terrier, il 23 luglio scorso nella sua auto parcheggiata per oltre tre ore all’esterno dell’ospedale Manzoni.
Stando al capo di accusa il cane, nell’auto sotto il sole, non aveva potuto reggere il caldo qualificato in ben 41 gradi dal consulente incaricato dal pubblico ministero, in base alle testimonianze e agli elementi raccolti dai poliziotti, chiamati da un passante che aveva notato l’animale in evidenti difficoltà.
Ieri in udienza davanti al giudice Mercaldo, il difensore di fiducia, assente l’accusato, ha proposto il patteggiamento al minimo della pena, con tutte le possibili riduzioni di legge, richiamando le particolari condizioni nelle quali si trovava l’accusato per essere stato costretto a rimanere all’interno dell’ospedale a causa delle esigenze di assistenza per un familiare.
Considerata l’impossibilità di giungere al patteggiamento, l’avvocato ha scelto il processo con rito abbreviato. Il pm Citterio ha ritenuto di motivare al gup nella requisitoria la richiesta di condannare l’accusato a cinquemila euro di ammenda con i benefici di legge. Il pm ha posto l’accento sulla gravità delle accuse per avere trascurato in quel giorno il cane. Nel battersi in via principale per l’assoluzione, in mancanza del dolo anche eventuale nei comportamenti per la sosta obbligata, l’avvocato nell’arringa ha anche proposto all’attenzione del giudice gli argomenti legati alla scelta del cane di razza, alle cure da sempre prestategli dall’accusato e familiari con quelle attenzioni che sono state sempre rispettose della sua indole.
Il giudice Mercaldo ha poi dato lettura del dispositivo con la pena di tremila euro di ammenda. Nella pausa del dibattimento è stato commentato che il reato di maltrattamento di animali è disciplinato dall’art. 544-ter c.p. nel quale si stabilisce. “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Introdotta dalla legge n. 189/2004 nell’ambito del nuovo Titolo IX Bis, rubricato “Dei delitti contro il sentimento per gli animali” e oggetto di modifiche ad opera della successiva l. n. 201/2010 che ne ha inasprite le pene, la fattispecie de qua si occupa dello stesso delitto precedentemente disciplinato dall’art. 727 c.p. (oggi rubricato “Abbandono di animali”).
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