Il 41% dei lecchesi rinvia le cure per ragioni economiche. Pesano anche
i tempi di attesa e le carenze infrastrutturali

Un’indagine della Cisl Lombardia presentata questa mattina a Milano evidenzia le criticità del sistema sanitario regionale e propone alcune soluzioni

Sono sempre più numerosi i cittadini lombardi, anche residenti nei nostri territori, che scelgono di rinunciare alle cure per ragioni economiche, per i tempi lunghi di attesa o per la scomodità o la lontananza delle strutture. Il dato emerge dal rapporto “Servizio sanitario in Lombardia”: si tratta di un’indagine condotta tra gli iscritti al sindacato Cisl, cui hanno partecipato 11.520 cittadini lombardi, presentata questa mattina a Milano dalla Cisl Lombardia.

A livello regionale, oltre sei intervistati su dieci hanno rinunciato (“qualche volta” o “spesso”) nel corso dell’ultimo anno alle cure. Solo un intervistato su cinque con redditi oltre i 50.000 € ha rinunciato alle cure, a fronte della rinuncia a curarsi di due su tre in famiglie con redditi inferiori a 15.000 euro. Ma i tempi d’attesa sono il principale motivo della rinuncia alle cure. Quasi un intervistato su due ha invece rinunciato per ragioni economiche e oltre quattro su dieci per ragioni legate alla scomodità fisica o organizzativa delle strutture sanitarie.

Venendo ai dati provinciali, il 41% degli intervistati lecchesi ha dichiarato di aver rinunciato a curarsi per motivazioni economiche: il dato è il più alto in regione. A Sondrio la quota è del 28,8% e si tratta del secondo dato più basso in Lombardia (a Lodi siamo al 27,9%). Il 64,6% dei lecchesi che hanno risposto all’indagine ha invece rinunciato per i lunghi tempi di attesa, contro il 60,4% dei residenti in Valtellina e Valchiavenna. Infine, il 41,2% degli intervistati di Lecco ha rinunciato per carenze infrastrutturali, contro il 45,8% dei valtellinesi.

Il rapporto presenta numerosi altri dati sul sistema sanitario regionale, ad esempio per quanto riguarda i tempi di attesa al Pronto Soccorso: in media di tratta di 3,3 ore per Lecco e 2,2 ore per Sondrio (il secondo dato migliore dopo Monza e Brianza dove la media è di 2 ore).

Tra le proposte, la Cisl lombarda individua lo sviluppo di una sanità di prossimità, integrata con i servizi sociosanitari e sociali, insieme al mantenimento di alti livelli di qualità della rete specialistico-ospedaliera e della ricerca.

«Il dialogo costante con i nostri iscritti è la linfa vitale che alimenta il nostro sindacato – commenta Fabio Nava, segretario generale aggiunto Cisl Lombardia -. Un confronto continuo che ci permette di costruire un’organizzazione che vuole mettere le persone al centro, rappresentandole e tutelandole con la massima efficacia, partendo proprio dal loro attento ascolto. Negli ultimi anni, dai diversi territori lombardi abbiamo ricevuto numerose segnalazioni e richieste relative al tema della sanità. La gente ne parla, le persone ne parlano, e in questo continuo parlarne ognuno costruisce una propria opinione, un proprio punto di vista, un proprio schema di priorità e necessità. Le liste d’attesa, in particolare, sono emerse come una delle criticità più sentite dai cittadini».

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