Cronaca / Lecco città
Domenica 31 Luglio 2016
«I bagni sono vietati?
Colpa della fognatura»
A Rivabella di Lecco. Gi ultimi esami: ci sono troppi batteri: «Serve un intervento sugli impianti di smaltimento altrimenti il problema si ripropone ad ogni temporale»
È una prima bocciatura che brucia parecchio, quella che l’Ats, l’azienda sanitaria territoriale nata dopo la riforma della sanità regionale dalle ceneri delle vecchie Asl, ha assegnato alla balneabilità delle acque di Rivabella.
In un periodo in cui l’attenzione nei confronti del turismo è ai massimi, per il territorio lecchese, questa notizia non ha certo acceso l’entusiasmo degli addetti ai lavori, ma nemmeno dei bagnanti e degli amministratori locali. Anzi, apprendere che una delle aree che sul turismo è imperniata da tempo con successo, quella di Chiuso su cui si affaccia il camping con tutte le sue strutture e le centinaia di turisti all’anno – una buona parte dei quali provenienti dall’estero – rischia di veder compromessa la propria immagine, ha suscitato rabbia e frustrazione.
Questo anche perché l’origine del problema (o almeno di parte di esso), nel rione periferico, è ben nota: il punto debole è il sistema fognario. «È la fognatura che non funziona – ci spiegano alcuni residenti –: non è in grado di far fronte alla pressione che si viene a creare quando si verificano i sempre più frequenti stratempi. Con le cosiddette bombe d’acqua, la quantità di acqua che finisce nella rete è tale da far addirittura spostare i tombini e far fuoriuscire tutto il contenuto».
A dimostrazione di quanto spiegano, ci mostrano alcune delle tombinature dalle quali è recentemente uscito del materiale (leggi acque nere, con escrementi e tutto il resto), che non soltanto ha invaso il sottopasso che collega l’area del camping con la via alla Spiaggia, superando pedonalmente il viadotto che ha permesso di cancellare il passaggio a livello, ma è anche rimasto in parte incastrato tra il tombino stesso e la strada.
«Se hanno effettuato i rilievi dopo un temporale, la cui intensità ha magari portato le acque nere in superficie fino al lago, questo tipo di risultato era inevitabile. Serve un intervento di questo genere, se si vuole salvaguardare l’ambiente e, stretta conseguenza, il turismo».
Non è un caso che le analisi tecniche e batteriologiche effettuate dagli esperti dell’Ats lo scorso 25 luglio nelle acque del lago proprio in questa zona abbiano rilevato una concentrazione di enterococchi intestinali superiore ai limiti. È su questa base che l’area è stata dichiarata provvisoriamente priva dei necessari requisiti di balneabilità.
Stessa sorte, in termini di bagni temporaneamente vietati, per un’altra spiaggia tra quelle lecchesi le cui acque sono state analizzate: si tratta di quella di Rivetta, a Dorio. Qui si è rilevata invece una eccessiva presenza di escherichia coli.
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