Giro di usura, nei guai 40enne residente a Verderio

Ha toccato anche la nostra provincia, la vasta operazione condotta ieri dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, unitamente al Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e con il supporto del personale in forza ai Comandi provinciali di Lecco, Salerno e Verona, e scaturita da un’indagine per usura, estorsione e intestazione fittizia di attività commerciali.

Anche estorsione

Accuse contestate a vario titolo a Gaetano Vitolo, 70 anni, imprenditore originario della provincia di Salerno e residente a Bologna, che è finito in carcere, e ad altre 15 persone, tra le quali Giovanni Abate, 40 anni, originario di Nocera Inferiore e residente a Verderio, che risulta indagato e la cui abitazione è stata perquisita.

Le indagini – coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Bologna in collaborazione con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo - hanno permesso di ricostruire l’operatività di un complesso di società e ditte individuali, per lo più operanti nel settore della ristorazione, formalmente intestate a prestanome, ma di fatto gestite dall’unico destinatario della misura cautelare.

Il principale indagato, già gravato dalla misura della sorveglianza speciale emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore poiché indiziato di appartenere a un’organizzazione mafiosa di tipo camorristico, per eludere l’applicazione delle leggi in materia di normativa antimafia, avrebbe nel tempo intestato fittiziamente a familiari e terzi compiacenti beni e utilità a lui riconducibili. Le attività d’indagine dei finanzieri del Nucleo polizia economico finanziaria di Bologna, oltre all’ipotesi di trasferimento fraudolento di valori, hanno permesso di documentare altre condotte illecite: dalla indebita percezione di erogazioni pubbliche a episodi di usura ed estorsione ai danni di persone in evidenti difficoltà economiche.

Per assicurare trasversalità, completezza ed efficacia all’attività investigativa, è stata anche ricostruita la posizione patrimoniale di tutti gli indagati, rivelatasi sproporzionata rispetto alle fonti reddituali dichiarate, procedendo, di conseguenza, al sequestro finalizzato alla confisca cosiddetta “allargata” di quote sociali, compendi aziendali, immobili e altre utilità per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Tra i beni in sequestro, anche i redditi derivanti dall’affitto d’azienda relativo a un’attività di pizza al taglio e d’asporto di un locale nel centro di Bologna.

Tre episodi

Per quanto riguarda Abate, per il quale gli investigatori prevedono che venga emessa la misura reale del sequestro di somme ritenute derivanti da prestiti usurari, le contestazioni riguardano tre episodi specifici, sempre in concorso con Gaetano Vitolo: il primo relativo al prestito di 2.700 euro a un tasso d’interesse pari al 133% (restituzione del denaro entro tre mesi), il secondo di mille euro con la restituzione di oltre 1.200 entro tre giorni, il terzo di 12mila euro a un tasso d’interesse del 250% (restituzione entro tre mesi), episodi avvenuti a Bologna tra il 2019 e il 2020. Ad Abate viene contestata anche l’intestazione fittizia di beni.

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