Giovani e ansie, c’è lo psicologo di comunità

La nuova figura sarà presente nelle strutture di Introbio e Casatenovo, via via nelle altre sedi locali. Il direttore Asst Gianluca Peschi: «Non servono ricette del medico, le persone bussano e vengono ricevute»

«Nostra figlia mi sembra sempre distratta. Mangia pochissimo. È magrissima. Non abbiamo bisogno di uno psicologo che la valuti?». Ancora: «Mi sento sempre stressato, triste, senza energie. Non ho voglia di fare nulla. Sarò depresso? A chi chiedo?».

Queste sono solamente due tra le tantissime domande tragicamente banali che ci ritroviamo a sentire all’interno della cerchia famigliare o parentale. O degli amici. E il minimo comune denominatore è sempre lo stesso: se non abbiamo finanze, a chi ci rivolgiamo? Chi può pagarsi ore e ore di psicoterapia? Domanda mal posta perché, anche se poco conosciuta, la possibilità di rivolgersi al servizio sanitario nazionale c’è. Eccome. Ne abbiamo parlato con il direttore socio sanitario dell’Asst di Lecco Gianluca Peschi che ha inaugurato in questi giorni anche a Lecco la figura dello psicologo di comunità.

Direttore, innanzitutto, cosa significa psicologo di comunità?

È la figura che dovrebbe rappresentare un livello di accesso libero del cittadino, maggiorenne o minorenne che sia. È quella porta sempre aperta verso cui dirigersi. Chi ritiene di avere necessità di un confronto con uno psicologo si può rivolgere a questo servizio sanitario, detto a bassa soglia, senza vincoli. Non devono essere inviati da nessuno a queste case di comunità dove abbiamo previsto lo psicologo di Comunità, per ora Introbio e Casatenovo: uno va lì, bussa e la porta viene aperta. Quindi non c’è bisogno di passa re dal medico per avere una ricetta. Uno va lì e in tutta tranquillità viene accolto per una prima valutazione.

E a quel punto, una volta che il cittadino viene avviato da uno psicologo o a una visita psichiatrica, se più grave?

A quel punto diventa un paziente e può essere avviato a quei servizi diciamo più strutturati che già esistono in azienda e che possono farsene carico. La questione può esaurirsi banalmente con un counseling, con due chiacchiere, e poi la cosa si risolve; o può essere invece l’inizio di una presa in carico per disturbi minori o per disturbi maggiori e quindi indirizzarsi verso lo psicologo o verso il servizio psichiatrico. Oltre a dare questo ruolo di orientamento e di accoglienza dovremmo anche erogare prestazioni di cura direttamente in casa di Comunità. Le prestazioni di cura possono essere offerte sia dallo psicologo di comunità che dagli ambulatori psicologici già esistenti in azienda, ma uno degli obiettivi che questa Asst persegue già da tempo è sfruttare al massimo la solida struttura di psicologia che fa parte del Dipartimento Salute Mentale e che non è comune vedere in altre aziende. Noi abbiamo di fatto una cinquantina di psicologi, numero molto consistente.

Insomma, la salute mentale a Lecco è curata in toto?

Siamo ben organizzati e peraltro la ragione per la quale abbiamo chiesto a Regione che la nostra psicologia clinica passi da struttura semplice dipartimentale, cioè una struttura semplice che è “attaccata” al dipartimento e che si muove trasversalmente sui servizi del dipartimento e fuori dal dipartimento, a una struttura complessa. Vogliamo cioè darle il rango di altre strutture ospedaliere di primo piano. Gli psicologi sono per contratto dei dirigenti sanitari e non c’è nessun’altra struttura con un numero così alto di dirigenti. Il fatto che la psicologia di cure primarie sia incardinata su una struttura che già di per sé è una struttura forte, è una garanzia di qualità del servizio. Tanto è vero che uno degli obiettivi di questa azienda da rinforzare è l’utilizzo degli psicologi, in realtà psicoterapeuti nei loro vari orientamenti.

A Lecco aprirà nel 2025

Disturbi emotivi comuni, ansia, depressione in fase iniziale moderata, disturbi ossessivo compulsivi e molti altri. Oltre che dal medico di medicina generale, che può prescrivere l’invio in ospedale, dallo specialista (psicologo o psichiatra), ci si può curare anche senza passare da canali “formali”. Si può infatti bussare alle porte delle Case di comunità di Casatenovo e Introbio e trovare accoglienza immediata per una prima valutazione di base da parte dello “psicologo di comunità”, servizio inaugurato proprio in queste settimane. Obiettivo dell’Asst di Lecco è avere uno psicologo in ogni Casa di comunità, ma per ora si comincia con queste due. Nel corso del 2025 il servizio dovrebbe aprire anche a Olgiate, Merate (spazi permettendo, visto che è in corso una riorganizzazione di tutti i locali), Oggiono e Calolziocorte. A Lecco dovrebbe aprire nel corso del 2025.

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