Cronaca / Lecco città
Mercoledì 15 Maggio 2019
Giornata Mondiale dell’Ipertensione
Primo, fare attenzione al sale
A Lecco ci sarà un presidio dalle 10 alle 16 di fianco all’entrata del G.B. Mangioni Hospital: oltre alla rilevazione dei valori pressori sarà distribuito materiale informativo
Come ogni anno il 17 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’Ipertensione Arteriosa promossa dalla World Hypertension League il cui slogan è Impara a conoscere e a controllare la tua ipertensione arteriosa. In Italia l’iniziativa è sostenuta dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), società scientifica che raccoglie gli specialisti impegnati in questo settore.
Nel corso della Giornata in tutta Italia vengono allestiti, in collaborazione con la Croce Rossa, gazebo e altre postazioni volanti per distribuire materiale informativo e misurare gratuitamente la pressione arteriosa ai cittadini che lo desiderano. A Lecco ci sarà un presidio dalle 10 alle 16 di fianco all’entrata del G.B. Mangioni Hospital di via Leonardo da Vinci: oltre alla rilevazione dei valori pressori sarà distribuito materiale con informazioni semplici e di facile applicabilità per una corretta prevenzione delle più frequenti malattie cardiovascolari.
È noto come uno dei principali fattori nell’insorgenza dell’ipertensione arteriosa sia il consumo di cloruro di sodio, ovvero il sale da cucina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda una assunzione quotidiana non superiore ai due grammi di sodio, corrispondenti a 5 grammi di sale, quelli che sono contenuti in un cucchiaino da te. In realtà nel nostro Paese il consumo è assai superiore e si stima che ciascuno di noi assuma più del doppio ogni giorno.
È importante sottolineare che più del 75% del sale che introduciamo non deriva dai cibi preparati in casa, ma dai pasti consumati fuori (ah, lo street food tanto di moda…), o dai cibi prodotti dall’industria alimentare. A titolo di esempio basti pensare che 5 grammi di prosciutto crudo (tre o quattro fette in tutto) ne contengono 1,29 grammi e una pizza appena sfornata può contenerne 2 grammi (fonte: SIIA).
Non dimentichiamo infatti che la salatura è uno dei principali metodi di conservazione dei cibi (e della carne in particolare) e che la salamoia in cui sono mantenute le verdure in scatola è semplicemente una soluzione di acqua e sale. Non a caso, infatti, la guerra che Venezia mosse al Ducato di Ferrara per impadronirsi delle saline di Comacchio, aveva una valenza strategica. La Serenissima voleva garantirsi la possibilità di preparare le scorte alimentari per muovere guerre di conquista a tutti i principali insediamenti che si affacciavano sull’Adriatico.
Spesso il sale è “nascosto” anche dove meno te l’aspetti, come nei biscotti o nella mozzarella.
È perciò particolarmente importante leggere la composizione degli alimenti che andiamo ad acquistare, dando la preferenza a quelli con il minor contenuto di sodio, magari rinunciando a una maggiore sapidità, e privilegiando gli aspetti salutistici in quello che scegliamo.
È noto che nell’antica Roma al sale veniva data importanza primaria. Basti pensare alla via Salaria, che univa le saline di porto d’Ascoli alla foce del Tevere.
Sempre agli antichi romani risale l’origine del detto “avere sale in zucca”. Infatti, questo prezioso prodotto del mare veniva conservato in piccole zucche svuotate ed essiccate, che, appese nelle abitazioni, rappresentavano una fonte di ricchezza. Non dimentichiamo che il sale spesso era utilizzato al posto delle monete, negli scambi fra le merci, o per pagare i lavoratori (da qui il termine salario).
Una zucca con poco sale valeva dunque assai poco, così come una persona nella cui testa vi sono poche idee e pochi ragionamenti.
Possiamo pertanto tranquillamente affermare che chi ha sale in zucca e vuole mantenersi in salute e curare la propria pressione arteriosa, mette poco sale nei cibi che prepara.
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