Gilardoni, fiato sospeso

per la decisione dei giudici

C’è calma piatta sulla questione Gilardoni Raggi X, ma le acque potrebbero agitarsi da un momento all’altro.

I problemi sul tappeto sono tanti e la mancanza di relazioni tra società, dipendenti, sindacati e istituzioni del territorio non preannuncia nulla di buono. «Ci piacerebbe sapere – dicono Emilio Castelli della Fim Cisl e Fabio Anghileri della Fiom Cgil – che fine ha fatto l’ex ministro Roberto Castelli. Si è presentato al mondo dicendo di essere disponibile ad incontrare tutte le parti, ma ad oggi se ne sono perse le tracce».

Giova ricordare, infatti, che la scorsa estate il ministro Castelli si era assunto il compito di interagire tra la proprietà della Gilardoni Raggi X e i sindacati per chiarire i troppi punti oscuri sulla gestione dell’azienda. In un incontro avvenuto il 26 luglio, Castelli aveva dato appuntamento ai sindacati il 6 settembre. «Peccato – dicono ancora Castelli e Anghileri – che il 5 sera abbiamo ricevuto un fax, che rimandava tutto ai primi di ottobre , ma sino ad ora non è avvenuto alcun incontro. Il ministro Castelli era l’unica nostra possibilità per conoscere la situazione dell’azienda e le sue prospettive, ma tutto si è fermato».

A complicare la situazione ci sono anche gli aspetti giudiziari. Si aspetta, infatti, la decisione del Tribunale delle imprese di Milano in merito alla causa civile per “distruzione di valore” avviata da Andrea Ascani Orsini, azionista di minoranza, controCristina Gilardoni, proprietaria dell’azienda. Inoltre, la Squadra Mobile della Questura ha chiuso l’indagine nata dalle segnalazioni di ex lavoratori della Gilardoni Raggi X in merito a numerosi episodi di “maltrattamenti” ed anche su questo fronte si possono aprire scenari tutti da decifrare.

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